Scuola

Assunzione docenti con tre anni di servizio: immissione in ruolo precari da GPS con percorsi formativi e prove per soddisfare gli standard richiesti

Febbraio inizia con una decisa accelerazione da parte del ministero sulla questione della risoluzione del precariato, o almeno di un primo passo nella direzione di dare un segnale di discontinuità rispetto al passato per quel che riguarda l’annosa questione della supplentite che caratterizza la scuola italiana.

Reclutamento dei precari

L’assunzione dei precari con tre anni di servizio è la priorità del Governo, strada vista come la migliore possibile per iniziare a dare risposte concrete a una categoria che suo malgrado regge sulle sue spalle il funzionamento dell’istruzione italiana.

Oggi si discuterà infatti di reclutamento degli insegnanti precari e mobilità di quelli di ruolo. Il tema sarà oggetto del confronto tra Ministero dell’Istruzione e Commissione Europea. L’obiettivo è arrivare a una prima stesura della fase transitoria per i supplenti storici.

Si cercherà di risolvere anche la questione dei vincoli che derivano dalla riforma Bianchi sul reclutamento, connessi al Pnrr e ai piani europei.

Il reclutamento

L’obiettivo del Ministero dell’Istruzione e del Merito è procedere con il reclutamento dei docenti precari già nel 2023. Perchè questo sia possibile, è necessario che la Commissione Europea conceda una proroga al 2025 dell’entrata in vigore del nuovo sistema di reclutamento. Il 2024 è data troppo ravvicinata. Se il progetto dovesse essere approvato, consentirebbe l’assunzione di docenti precari dalle attuali GPS mediante percorsi formativi e prove per soddisfare gli standard richiesti.

I sindacati spingono per una soluzione che dia precedenza alle assunzioni da Gps, restando abbastanza freddi e scettici, in virtù del recente passato, per quel che riguarda la possibilità di riprendere una stagione di concorsi che non ha prodotto i risultati sperati, complice anche la pandemia che ha portato rallentamenti e lungaggini superiori alla norma.

L’unica certezza è costituita dalla celerità con cui il ministero vuole intervenire, in modo da garantire l’avvio del prossimo anno scolastico contrassegnato da una sensibile riduzione del precariato e del ricorso ai supplenti.