Tfa sostegno 2023: requisito di abilitazione e 36 mesi di servizio resta molto limitante
Arriverà probabilmente entro la fine di febbraio la tanto attesa pubblicazione del decreto ministeriale che conterrà tutte le informazioni necessarie ai candidati interessati a partecipare al prossimo TFA sostegno VIII ciclo. Le aspettative dei candidati sono tutte per verificare se effettivamente, come sembra probabile, quest’anno ci possano essere più posti disponibili del solito grazie anche alla rinnovata attenzione del nuovo ministero nei confronti del mono del sostegno.
90mila posti autorizzati
L’ultima autorizzazione da parte del Mef risale al 2021, quando si deliberò per i corsi di specializzazione sul sostegno per il triennio successivo. Al momento i posti autorizzati sono 90 mila. Le anticipazioni vanno nella direzione di una autorizzazione totale per l’ottavo ciclo di un contingente complessivo di oltre 42 mila posti. Se queste anticipazioni venissero confermate, si tratterebbe di un totale superiore rispetto ai cicli svolti in precedenza.
Ci sarà anche poi da verificare la disponibilità di posti che gli Atenei riusciranno a garantire.
La partecipazione dei docenti con 3 anni di servizio
Sullo sfondo resta la questione dei docenti con 3 anni di servizio, il cui destino legato alla partecipazione senza ulteriori requisiti resta in bilico. Sarà così fino a quando dalla norma non verrà sostituita la congiunzione “e” con la congiunzione “o”. Che sia stata causata da una svista o fatto volutamente, fino a quando non verrà sanata questa problematica linguistica, non sarà possibile permettere l’accesso al TFA sostegno per i docenti con 3 anni di servizio in alternativa a quelli con abilitazione.
Una congiunzione limitante
Il testo finale al momento resta quello approvato in prima istanza. I sindacati sono concordi nel ritenere che il requisito abilitazione e 36 mesi di servizio sia molto limitante, perché consentirebbe l’accesso solo agli insegnanti di scienze della formazione primaria e i diplomati magistrale precedenti al 2001/2002.
La modifica della congiunzione invece consentirebbe un accesso molto più ampio per la scuola di primo e secondo grado. Ma per il momento non ci sono segnali concreti che possano lasciar pensare a una volontà di risolvere la questione in tempi brevi.