Concorso scuola 2023: assunzione per 20mila precari già a settembre, ecco i requisiti
Assunzioni da gps per stabilizzare i precari, doppio canale di reclutamento per accelerare la procedura, ma anche concorso scuola. Il ministero di Giuseppe Valditara ha manifestato sin da subito l’intenzione di non abbandonare la strada dei concorsi scuola, nonostante lo scetticismo dei sindacati.
In cattedra già a settembre
E allora in attesa di una risposta da parte di Bruxelles circa i margini di manovra che l’Italia avrà sul tema della stabilizzazione dei precari e le tempistiche per completare la fase transitoria, lavora sotto tracci al concorso scuola 2023, da bandire in tempi brevi e da reiterare annualmente, per almeno un triennio.
Un percorso che avrebbe il vantaggio da un lato di dare un segnale forte, subito, al mondo dei docenti, perchè consentirebbe di far firmare subito contratti ai vincitori da spendere già a settembre, con l’immissione in cattedra per il prossimo anno scolastico.
Il costo della pandemia
E dall’altro lato sarebbe un modo per convincere i sindacati che organizzare concorsi efficaci ed efficienti, in tempi brevi, si può al contrario di quello che ha dimostrato la storia recente della scuola italiana, con una situazione che ha pagato inevitabilmente anche lo scotto della pandemia, ma non solo.
Ecco allora che si pensa a quello che è già stato definito un concorso sprint, da attuare già in primavera.
Concorso scuola 2023, i requisiti
Il concorso nelle intenzioni del ministero dovrebbe consentire di stabilizzare 20mila precari. Sarebbe un concorso riservato ai docenti già abilitati, agli specializzati sul sostegno e agli iscritti in seconda fascia nelle graduatorie provinciali Gps, senza abilitazione.
I decreti attuativi
Per i docenti già abilitati il requisito sarebbe il possesso di 30 crediti universitari, per i non abilitati sarebbero richiesti 60 Cfu. E qui c’è il primo scoglio, perchè i percorsi abilitanti da 60 Cfu previsti dalla riforma Bianchi non sono mai partiti, e non potranno farlo se prima non si darà il via libera ai decreti attuativi. Poi le università dovranno avere il tempo di organizzarli e di comunicare costi, che dovrebbero essere calmierati. Il tutto nell’attesa di capire se si tratterà di percorsi a numero chiuso, come previsto dalla riforma Bianchi, o no.
Nel 2024 le cattedre assegnate con il nuovo concorso dovrebbero essere 70mila sempre riservati ai precari in possesso di cfu e con modalità di concorso sprint. Gli altri 50mila verrebbero fuori dai concorsi ordinari. A regime, dal 2025 ci sarebbero concorsi a cadenza annuale con 60 cfu come requisito.