Vincoli mobilità 2023/24: i docenti che restano bloccati dalla nuova ordinanza ministeriale
Cresce l’attesa per capire in quali direzione andranno le decisioni sulla mobilità scuola, le cui trattative proseguono nell’ambito del rinnovo del CCNI 2022/25. Siamo alle battute finali, con l’incontro tra sindacati e ministero atteso per i prossimi giorni e che si concentrerà sulla questione dei vincoli di permanenza. Cresce la preoccupazione da parte dei docenti che temono di rimanere bloccati dalle decisioni che verranno prese.
Quando presentare le domande
Tutto dipenderà dal contenuto dell’ordinanza ministeriale che stabilirà i contorni della mobilità scuola 2023/24. Tutto lascia pensare che la finestra temporale individuata dal ministero per presentare la domanda possa essere compresa tra il 24 febbraio e il 10 marzo. Le date verranno rese note nei prossimi giorni.
Oltre alla questione delle date, c’è da fare chiarezza circa l’eventuale sblocco dei vincoli di permanenza triennali. Una questione che riguarda tutti i neoassunti 2022/23. Al momento l’orientamento del ministero è di far restare questi docenti per altri due anni nella scuola di attuale titolarità.
Chi resta bloccato
Bloccati anche i docenti con contratto a tempo determinato fino al 31 agosto 2023. In bilico coloro i quali, nell’anno scolastico in corso, hanno ottenuto trasferimento provinciale puntuale su una scuola espressa tra le preferenze, e chi è stato soddisfatto su movimento interprovinciale.
I sindacati faranno sentire la loro voce nel corso dell’incontro, provando fino all’ultimo a convincere il ministero della necessità di attendere con la ratifica del contratto sulla mobilità scuola 2023/24 senza aspettare il parere dell’Unione Europea circa la nuova riforma del reclutamento.
La risposta di Bruxelles sul reclutamento
Ne è convinto il presidente nazionale del sindacato, Marcello Pacifico, secondo cui “la risposta dell’Unione europea sulla richiesta di applicare i vincoli per garantire la continuità didattica previsti dal PNRR soltanto a partire dall’assunzione dei docenti con il nuovo concorso, può orientare le decisioni da prendere in un senso o nell’altro. Decidere solo in base alla incauta bocciatura dell’emendamento al Milleproroghe suggerito dall’Anief, che non ha tenuto conto dell’evidente contrasto rispetto a quanto stabilito nei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, sarebbe un errore da matita rossa. Si rischia di dare il lasciapassare a 100 mila richieste di spostamento di sede, ma anche di compromettere il diritto al ricongiungimento con la famiglia ad almeno 20 mila lavoratori”.