Precari scuola: allo stipendio base vanno aggiunti 174,50 euro di Rpd
I docenti precari spesso subiscono discriminazioni salariali, anche se lavorano fino alla fine del mese e percepiscono un compenso inferiore rispetto ai loro colleghi con contratto a tempo indeterminato. La mancata assegnazione della Retribuzione Professionale Docente (RPD) di 174,50 euro mensili, riservata esclusivamente ai docenti di ruolo e ai precari con contratti a tempo determinato di durata annuale, contribuisce a diminuire la loro busta paga.
Risarcimento degli arretrati
Una docente ha chiesto l’applicazione della RPD, prevista dall’art. 7 del CCNI del 31.08.1999, per la sua supplenza di meno di otto mesi, ottenendo un risarcimento di 1.378,64 euro. Il giudice del Lavoro ha condannato il Ministero a pagare la somma di € 1.331,74 oltre interessi legali dalle singole scadenze al saldo.
La clausola 4 dell’Accordo quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE impone al datore di lavoro, pubblico o privato, di assicurare agli assunti a tempo determinato il medesimo trattamento stipendiale dei lavoratori a tempo indeterminato. I Tribunali della Repubblica stanno ormai affrontando questo problema e invitano i docenti precari a presentare ricorso per il recupero della Retribuzione professionale docente.
Interpretazione restrittiva non ricevibile
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha sottolineato che la clausola 4 dell’Accordo esclude qualsiasi disparità di trattamento non obiettivamente giustificata nei confronti dei lavoratori a tempo determinato. Il principio di non discriminazione non può essere interpretato in modo restrittivo e non può impedire ad un lavoratore a tempo determinato di richiedere, in base al divieto di discriminazione, il beneficio di una condizione di impiego riservata ai soli lavoratori a tempo indeterminato.
Principio di non discriminazione
La sentenza del Tribunale di Udine costituisce un precedente importante per i docenti precari che si vedono esclusi dal diritto alla Retribuzione professionale docente nonostante siano impegnati in attività lavorative simili a quelle dei colleghi a tempo indeterminato. La decisione del giudice del Lavoro ha infatti riconosciuto il principio di non discriminazione sancito dall’Unione Europea e ha stabilito che il datore di lavoro è tenuto ad assicurare agli assunti a tempo determinato lo stesso trattamento stipendiale dei lavoratori a tempo indeterminato.
Via ai ricorsi
Questa sentenza rappresenta una grande vittoria per i docenti precari che spesso si trovano a lavorare nelle stesse condizioni dei colleghi a tempo indeterminato ma con stipendi più bassi. La decisione del Tribunale di Udine apre la strada per molti altri docenti precari che potrebbero presentare ricorsi simili per il recupero della Retribuzione professionale docente. Si tratta di una questione di giustizia sociale che non può essere trascurata e che deve essere affrontata con urgenza.
Trattamento paritario rispetto ai colleghi di ruolo
In questo contesto, il sindacato Anief si è fatto portavoce delle istanze dei docenti precari, offrendo loro supporto e assistenza legale per presentare ricorsi e tutelare i propri diritti. L’obiettivo è quello di garantire che tutti i docenti, indipendentemente dal tipo di contratto, ricevano un trattamento giusto e paritario. La lotta per i diritti dei docenti precari continua, ma la sentenza del Tribunale di Udine rappresenta un importante passo avanti nella giusta direzione.