Scuola

Docenti 36 mesi di servizio: obbligo di assunzione a tempo indeterminato, lo dice una sentenza

Una sentenza del Tribunale di Torino, sezione Lavoro, riconosce il diritto alla stabilizzazione professionale per i docenti, che devono essere assunti in automatico a tempo indeterminato dopo 36 mesi di servizio. Il tribunale si esprime contro l’ingiustificata reiterazione dei contratti a termine del personale scolastico, che cozza con il diritto dell’Unione Europea, a partire dalla direttiva 1999/70/CE. Se l’assunzione in ruolo avviene in ritardo, c’è spazio per un risarcimento.

Durata da non superare

La sentenza è a favore di una insegnante che ha svolto cinque anni di supplenze su posto vacante, e il Ministero dell’Istruzione è stato condannato a pagare una somma di circa 4mila euro come risarcimento. Secondo il tribunale di Torino, i contratti di lavoro a tempo determinato stipulati con il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario presso le istituzioni scolastiche ed educative statali non possono superare la durata complessiva di trentasei mesi, anche se non continuativi.

Supplenze a termine

La sentenza del Tribunale di Torino rappresenta un importante riconoscimento dei diritti dei lavoratori precari del settore dell’istruzione, in particolare dei docenti che hanno svolto supplenze a termine per periodi prolungati senza essere stabilizzati. Secondo la sentenza, l’abuso dei contratti a termine nel settore scolastico costituisce una violazione del diritto dell’Unione Europea e i lavoratori che non sono stati regolarizzati hanno diritto a un risarcimento economico.

Inoltre, il tribunale ha stabilito che i contratti a termine non possono superare la durata complessiva di 36 mesi, anche se non continuativi, per il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario presso le istituzioni scolastiche ed educative statali.

Precariato non oltre 36 mesi

Questa sentenza si inserisce in un contesto più ampio di lotta contro il precariato nel settore pubblico in Italia e rappresenta un importante passo avanti nella tutela dei diritti dei lavoratori precari. Tuttavia, resta ancora molto da fare per garantire un lavoro dignitoso e stabile a tutti i lavoratori del settore pubblico e privato, e per eliminare la piaga del precariato che ancora affligge l’Italia e molti altri Paesi europei.

In sostanza, la sentenza del Tribunale di Torino sancisce che i contratti a termine del personale scolastico non possono essere reiterati in modo ingiustificato e che, una volta svolta la durata massima di 36 mesi, il lavoratore deve essere assunto in modo automatico a tempo indeterminato. Se ciò non avviene, il lavoratore ha diritto a un risarcimento economico.

Contratti a termine ingiustificati

La sentenza è stata emessa in risposta al ricorso presentato da un’insegnante che aveva svolto cinque anni di supplenze su posto vacante e che è stata quindi condannata a ricevere un risarcimento pari a due mensilità e mezzo di stipendio, più 2mila euro di spese. Il presidente nazionale di Anief, Marcello Pacifico, ha commentato la sentenza affermando che continuare a negare le assunzioni a tempo indeterminato a coloro che hanno svolto almeno tre anni di supplenze significa andare contro le posizioni espresse dal Consiglio d’Europa e dai Diritti Sociali, che hanno recentemente invitato lo Stato Italiano a risolvere il problema del precariato.