Scuola

Riconoscimento anno 2013 scuola: per gli scatti stipendiali docenti e ATA l’anno non è utile

Tiene sempre banco e sembra essere lontana da una soluzione e dal ricevere una risposta univoca la questione del recupero del 2013 ai fini della progressione di carriera. Il tema dell’adeguamento stipendiale in base al recupero del famigerato anno 2013 è stato oggetto anche di un recente intervento da parte dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio.

Il valore del 2013

Una nota che fa seguito a quella diramata qualche giorno fa da parte dell’USR Marche, nella quale veniva sottolineato come non fosse possibile prendere in considerazione quel tipo di annualità. La conseguenze inevitabile è che le relative diffide del personale scolastico non possono essere accolte.

Un tema che sta provocando uno scontro con i sindacati, come Anief, convinto che non si può negare la fondatezza delle richieste da parte di docenti e ATA.

Gli anni precedenti

Secondo l’USR Lazio, in base alla legislazione vigente, “l’anno 2013 non è utile al personale scolastico ai fini della maturazione delle posizioni stipendiali e dei relativi incrementi economici“.

Il decreto del Presidente della Repubblica n. 122 del 2013 proroga, sino al 2013 compreso, le disposizioni di cui all’articolo 9, comma 23, del decreto-legge n. 78 del 2010, che disponeva: «gli anni 2010, 2011 e 2012 non sono utili ai fini della maturazione delle posizioni stipendiali e dei relativi incrementi economici previsti dalle disposizioni contrattuali vigenti».

Posizione inamovibile

La nota è stata sottoscritta dal direttore generale dell’USR Lazio Rocco Pinneri, che ha sottolineato come “mentre l’utilità degli anni 2010, 2011 e 2012 è stata recuperata grazie a successivi interventi, anche negoziali, il 2013 rimane non utile ai predetti fini“.

Per quanto riguarda l’anno 2014, l’articolo 1, comma 4, del decreto-legge n. 3 del 2014 ha chiarito che lo stesso è utile per la maturazione delle posizioni stipendiali e dei relativi incrementi economici. Una questione che continuerà inevitabilmente ad essere al centro del dibattito, fino a quando al personale scolastico interessato non verrà riconosciuto un diritto che secondo i protagonisti della vicenda e i sindacati è stato finora ingiustamente negato.