Scuola

Nuovo reclutamento insegnanti: aumento dei salari e delle competenze

Il reclutamento degli insegnanti non è equiparabile alla loro formazione iniziale. Secondo Valerio Ricciardelli, esperto nei sistemi scolastici e formativi, la formazione iniziale dei docenti dovrebbe essere vista come un’attività per facilitare il loro inserimento in un nuovo contesto lavorativo, piuttosto che come un’attività per arricchire il loro profilo professionale. Lo racconta a Orizzonte Scuola.

Il ruolo dell’insegnante

Ricciardelli sostiene che la confusione sull’importante questione della formazione degli insegnanti deriva dalla mancanza di una rappresentazione dell’istituzione organizzativa della scuola e dei processi organizzativi che la scuola dovrebbe gestire. Egli ritiene che il ruolo dell’insegnante sia quello di insegnare e di fornire contenuti relativi alle discipline oggetto dell’insegnamento, e che manchi una grammatica dell’organizzazione applicata alla scuola.

Organizzazione di servizio

Inoltre, Ricciardelli nota che, quando si parla di scuola, istruzione e formazione nei sistemi scolastici evoluti del mondo anglosassone, il termine più comune è “learning” (apprendimento), non “teaching” (insegnamento). Gli ambienti di laboratorio tecnico-scientifici sono definiti “learning environments” (ambienti di apprendimento), mentre le strutture laboratoriali più complesse, nelle scuole tecniche, sono chiamate “learning factory” (fabbriche dell’apprendimento). Ricciardelli sostiene che la scuola dovrebbe essere un’organizzazione di servizio, che si concentri sull’insegnamento e sull’apprendimento, piuttosto che su altre attività.

Non bisogna aumentare i salari

Ricciardelli critica anche l’idea che i bassi salari siano la causa della demotivazione dei nuovi insegnanti. Egli ritiene che il livello salariale sia determinato dalla domanda e dall’offerta di competenze, e che i salari scarsi siano il risultato di performances scarse. La soluzione, quindi, non è aumentare i salari, ma aumentare il livello delle competenze dei giovani, per aumentare la loro occupabilità. Questo richiede un sistema scolastico finalizzato alla “employability” (occupabilità), che in Italia è sempre stata carente.

Il tempo di studio

Per quanto riguarda gli studenti, Ricciardelli ritiene che dovrebbero dedicare il doppio del tempo allo studio individuale. Egli sostiene che se uno studente studiasse il doppio a casa o si applicasse al doppio a scuola, le performances cambierebbero radicalmente. Secondo Ricciardelli, il tempo di studio degli studenti di oggi è meno della metà di quello degli studenti di 50 anni fa. Egli paragona lo studio al calcio, sottolineando che se vuoi diventare un buon giocatore di calcio, devi allenarti con frequenza e intensità. Allo stesso modo, se vuoi acquisire competenze, devi studiare con altrettanta frequenza e intensità.

Infine, Ricciardelli afferma che il mestiere dell’insegnante è il più bello in assoluto, se svolto come si dovrebbe.