Scuola

Bando Tfa sostegno 2023: cattedre scoperte al Nord e più posti al Sud

Il sostegno è una materia delicata e importante all’interno del sistema scolastico italiano. I docenti che si occupano di alunni con disabilità o fragilità certificate devono essere formati e specializzati per poter offrire un’assistenza adeguata e mirata. Tuttavia, come segnala l’insegnante Marco Ricucci sul Corriere della Sera, la situazione attuale è piuttosto preoccupante.

La specializzazione

Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito, risalenti all’ottobre 2022, i docenti di sostegno in Italia sono poco più di 210.000, tra personale di ruolo e supplenti. Tuttavia, la maggior parte dei supplenti annuali non possiede la specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità, il che significa che non hanno ricevuto una formazione specifica per occuparsi di questi studenti.

Il contingente autorizzato dal Ministero per la copertura di questi posti è molto più basso del reale fabbisogno della scuola. Di conseguenza, ogni anno a settembre, tre quarti dei posti di ruolo destinati agli insegnanti di sostegno restano scoperti per mancanza di candidati in possesso del titolo necessario per essere assunti. Ciò significa che questi posti vengono assegnati a supplenti privi di specializzazione, con il rischio che gli studenti con disabilità o fragilità non ricevano l’assistenza adeguata.

Il prossimo ciclo Tfa

Per far fronte a questa situazione, il prossimo ciclo di Tfa sostegno dovrebbe essere bandito a breve. Tuttavia, il problema di fondo non è risolto. È importante che le istituzioni si impegnino per garantire la formazione adeguata dei docenti di sostegno e per coprire il fabbisogno reale della scuola, al fine di garantire un’educazione inclusiva e di qualità per tutti gli studenti, senza escludere nessuno.

La situazione del sostegno nella scuola italiana è da tempo al centro del dibattito pubblico, con l’attesa per il prossimo ciclo di TFA sostegno che dovrebbe essere bandito a breve. Tuttavia, come sottolinea l’insegnante Marco Ricucci, la situazione rimane ancora precaria, considerando che ogni anno i posti assegnati a non specializzati sono ancora troppi.

I numeri

Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito risalenti all’ottobre 2022, ci sono poco più di 210.000 docenti di sostegno dall’infanzia alle superiori, tra personale di ruolo e supplenti. Tuttavia, come sottolinea l’insegnante, quasi tutti i supplenti annuali sono privi del titolo della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità, ovvero sono senza una specifica formazione per occuparsi di chi ha fragilità certificate.

Il contingente autorizzato dal Ministero, inoltre, è molto più basso del reale fabbisogno della scuola. Così, ogni anno a settembre tre quarti dei posti di ruolo destinati agli insegnanti di sostegno restano scoperti per mancanza di candidati in possesso del titolo necessario per essere assunti e vengono assegnati a supplenti privi di specializzazione.

Differenza tra Nord e Sud

C’è anche un’altra causa importante alla base di questa situazione, ovvero la discrepanza fra i posti assegnati per i corsi di specializzazione al Nord e quelli al Sud: nel primo caso sono pochi, proprio nei territori dove si registra il boom delle cattedre scoperte. Al contrario, al Sud, dove i posti per docenti di sostegno sono pochi, si attivano molti corsi per la specializzazione.

Come sottolinea Ricucci, questo divario è evidente se si confrontano i numeri dei partecipanti ai corsi di specializzazione al Nord e al Sud. Ad esempio, per il TFA-sostegno dell’Università Bicocca di Milano, ci sono 420 specializzandi, mentre nell’Università di Palermo il numero è di 1.400.

In sintesi, la situazione del sostegno nella scuola italiana resta ancora precaria e in attesa di una soluzione concreta. È fondamentale investire nella formazione dei docenti di sostegno per garantire un’adeguata assistenza ai ragazzi con disabilità e fragilità certificate.