Prossimo concorso scuola 2023: riservato a chi è in possesso dell’abilitazione o a chi ha almeno 3 anni di servizio negli ultimi 5
Si attendono i dettagli del concorso annunciato dal Ministro Valditara riservato ai docenti con almeno 3 anni di servizio o in possesso dei 24 CFU. L’obiettivo è allestire un concorso riservato, ma non ci sono ancora tutti gli elementi a definire la procedura.
Formazione iniziale e abilitazione docenti
Quel che è certo è che nelle intenzioni del ministeri, si tratterebbe di un concorso da ripetere poi il prossimo anno, almeno, per consentire la partecipazione a chi è in possesso di 30 CFU dei 60 previsti con il nuovo sistema di reclutamento docenti, in attesa dei decreti attuativi per far partire i percorsi universitari abilitanti.
Ricordiamo che la riforma del reclutamento pensata dall’ex ministro Bianchi si basa sulla partecipazione a un percorso universitario e accademico di formazione iniziale e abilitazione dei docenti di posto comune, compresi gli insegnanti tecnico-pratici, delle scuole secondarie di I e II grado durante il quale bisogna acquisire 60 CFU.
Partecipazione senza abilitazione
I percorsi abilitanti da 60 CFU prevedono una prova scritta e una lezione simulata in modo da accertare la capacità di eseguire un’analisi critica del tirocinio scolastico effettuato durante il percorso formativo.
L’accesso al concorso sarebbe riservato a chi è in possesso dell’abilitazione o a chi può vantare almeno 3 anni di servizio nella scuola statale negli ultimi 5 anni, di cui almeno 1 nella classe di concorso in questione. Chi partecipa già con l’abilitazione viene assunto a tempo indeterminato. Chi partecipa senza abilitazione, ma con il requisito di servizio, sottoscriverà un contratto annuale di supplenza (31 agosto). Servirà a completare un percorso formativo da 30 CFU. Solo allora si avrà diritto all’assunzione a tempo indeterminato.
Accesso con 24 cfu
C’è poi la fase transitoria che scadrà il 31 dicembre 2024, e che consente di partecipare a percorsi formativi da 30 CFU per l’accesso ai concorsi fino alla fine del 2024 o l’accesso con 24 CFU, acquisiti entro il 31 ottobre 2022.
I corsi da 30 CFU saranno riservati a docenti già abilitati in altre classi di concorso o gradi, e a quelli per docenti specializzati e assunti su sostegno, ma senza abilitazione.
Ad oggi solo tante buone intenzioni,ma nessun fatto concreto. Eppure servono provvedimenti scritti ed in tempi brevi . Cordialmente
Sono 3 anni che aspetto, mi hanno messa di riserva e perfino bloccato il sostegno. Vogliamo dei fatti perché di parole belle siamo tutti stufi
Non capisco come si faccia a mettere in discussione le competenze di un docente che ha già insegnato per più di 3 anni con nomina USP, sol perché alcuni sindacati si sono messi di traverso per favorire l’interesse delle università che vogliono più di 4.000 euro per il TFA italiano. P. S. – Siamo europei in alcuni casi, in altri siamo africani, nonostante il titolo straniero abbia gli stessi contenuti didattici e pedagogici di quello italiano. Mah! chi è bravo ci capisce!!!!!!
Meno male che i sindacati difendono i diritti dei lavoratori. Immagino cosa succederebbe se questo non fosse il loro obiettivo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Chi non ha l’abilitazione, non ha fatto un percorso formativo e studiato per anni pedagogia e psicologia in quanto non aveva, probabilmente, l’intenzione di fare l’insegnante. Ora, basta prendere 30 o 60 CFU per abilitarsi e aspirare al ruolo? A questo punto, fate entrare tutti come accade già ora. Lo Stato mantiene insegnanti entrati nella scuola con Mad, senza titolo specifico, assenti durante l’anno e sostituiti da altri docenti. E, a mio avviso, tre anni di servizio sono pochi per i non abilitati, almeno cinque.
Certo hai ragione, però per insegnare matematica e/o scienze non basta la pedagogia, e poi perché dici che qualcuno non dovrebbe averla studiata? Solo perché non c’è un inutile pezzo di carta che lo attesta? Quindi o uno decide di voler fare l’insegnante a 20 anni o non sarà mai un bravo docente? Il problema è che in tutta questa confusione l’unico risultato è che si innesca una gara arrivista tra colleghi ed è malsano per tutti