Nuovo concorso straordinario 2023: prove in estate per l’assunzione di precari curriculari e su sostegno
Dopo Pasqua sono attese importanti novità per quel che riguarda la riforma del reclutamento docenti. Tutto passa attraverso la pubblicazione da parte del ministero dell’atteso decreto, già in cantiere ma che necessita della definizione degli ultimi dettagli anche in base a quanto dirà la commissione europea su eventuali proroghe alle scadenze fissate per le assunzioni previste.
Gli obiettivi
Particolare attenzione sarà dedicata anche al sostegno. Da un lato si vogliono tutelare gli studenti con disabilità, garantendo maggiore continuità didattica, dall’altro si vogliono dare maggiori possibilità agli insegnanti desiderosi di ottenere questo tipo di specializzazione. L’unica strada è quella di diminuire il precariato. La priorità è quella di consentire un regolare avvio del prossimo anno scolastico completando il quadro delle assunzioni in tempo utile.
Il ministero vorrebbe riuscire a coprire i posti disponibili con docenti qualificati che possano garantire la migliore istruzione possibile agli studenti.
I cfu
Le intenzioni del ministero sono di avviare una procedura che dia nuove possibilità ai docenti precari con tre anni di anzianità o che hanno accumulato 24 crediti Cfu. Nelle intenzioni del ministero c’è anche la possibilità di pensare a una integrazione dei 24 CFU per conseguirne 30 dei 60 previsti dal piano PNRR facente parte della riforma Bianchi.
L’attesa per i decreti è soprattutto relativa alle decisioni da prendere per i requisiti richiesti. Sul tavolo anche la questione di dare la possibilità ai vincitori del concorso di firmare un contratto annuale di supplenza (31 agosto), durante il quale dovrà completare un percorso formativo per conseguire i 30 CFU.
Procedura in estate
Quel che sembra già definito è il numero di posti a concorso disponibili. Si parla di circa 25mila, da ripartire tra cattedre curriculari e una procedura straordinaria di assunzione per i docenti di sostegno.
La decisione di collocare in estate le prove selettive apre una serie di interrogativi sulla reale possibilità di riuscire a completare la procedura in tempo per l’inizio del prossimo anno scolastico.