Stabilizzazione docenti precari: trasformazione contratti in immissioni in ruolo
La stabilizzazione del maggior numero di precari possibile del mondo della scuola resta la priorità per i sindacati, che considerano questo aspetto prioritario per dare un segnale al mondo dell’istruzione e in generale un sostegno all’economia del Paese. Lo ribadisce a Orizzonte Scuola il segretario generale della Federazione Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, toccando vari aspetti, ritenuti prioritari, ma ancora disattesi dagli ultimi provvedimenti del ministero e indirettamente del Governo.
I 36 mesi di servizio
In questo senso il ministero ha ricevuto il plauso per quel che riguarda il piano di assunzioni straordinario per gli insegnanti che abbiano maturato 36 mesi di servizio o siano in possesso dei 24 crediti formativi universitari.
Ma non ci sono ancora riscontri circa la richiesta di procedere con una fase straordinaria di reclutamento che comprenda lo scorrimento delle graduatorie delle supplenze già esistenti. Il riferimento è alle graduatorie che includono i docenti abilitati e i docenti specializzati sul sostegno e con 3 anni di servizio.
L’assunzione in ruolo
Il rischio è che vengano dimenticati i candidati idonei, anch’essi nella condizione di precariato, compresi nelle graduatorie dei concorsi. Indispensabile che possano beneficiare dell’assunzione in ruolo anche oltre la vigenza delle stesse graduatorie.
Non si può dunque prescindere dall’abrogazione del vincolo biennale delle graduatorie di merito, in modo tale da consentire un po’ alla volta le assunzioni a tempo indeterminato anche dei docenti idonei. In tutto ciò il governo dovrà dare risposte concrete sul tema delle abilitazioni, tema che non può più aspettare.
Le soluzioni dei sindacati
La possibilità di conseguire l’abilitazione all’insegnamento viene ancora negata da un provvedimento che non riesce a vedere la luce, impedendo così di fatto ai docenti di abilitarsi.
Uil Scuola Rua individua come soluzione al precariato la trasformazione dei posti dall’organico di fatto in posti in organico di diritto, e degli attuali contratti precari del personale della scuola in immissioni in ruolo. A rendere questa soluzione percorribile, il fatto che avrebbe un’incidenza ‘minima’ sulle casse dello Stato.