Scuola

Tfa sostegno 2023 numero chiuso: abolizione per ridurre ricorso alla specializzazione all’estero

Resta alta la soglia di attenzione di ministero e sindacati sul tema del sostegno. L’esperienza degli anni recenti, contraddistinta al ricorso eccessivo a docenti non specializzati per cattedre sul sostegno impone una riflessione profonda da parte degli addetti ai lavori affinchè si riesca a procedere a una inversione di tendenza urgente.

Posizionamento in coda

I sindacati stanno facendo pressione sul Ministero affinchè convinca il governo a emanare un Decreto-legge che porti i docenti in attesa del riconoscimento del titolo estero di essere posizionati in coda alle graduatorie rispetto a chi lo ha conseguito in Italia o lo conseguirà entro giugno 2023. Ma anche in caso di accoglimento di questa richiesta, la situazione sarà ancora lontana da una risoluzione definitiva.

C’è da dare entro l’inizio del prossimo anno scolastico una risposta urgente alle oltre 11mila istanze dei docenti con il titolo conseguito all’estero. Lo scopo è assicurare i giusti diritti di quanti sono inseriti a pieno titolo nella I fascia delle graduatorie e di coloro che sono inseriti in II fascia di sostegno con esperienza almeno triennale.

Tensioni tra precari

In questo modo, si riuscirebbe a scongiurare ricadute negative ricadute sulla continuità didattica degli alunni e ulteriori difficoltà nei confronti dei precari.

Secondo i sindacati l’attuale sistema misto tra titoli esteri e titoli italiani non fa altro che acuire una tensione di categoria all’interno della già devastata schiera di precari. A essere penalizzati sono i fruitori finali, ovvero quegli studenti che necessitano di insegnamento di sostegno.

Addio al numero chiuso

I sindacati spingono affinchè si intervenga sull’accesso al sistema per l’acquisizione dei titoli universitari necessari all’insegnamento. In questo senso uno scoglio insormontabile da rimuovere resta quello della persistenza del numero chiuso delle università che specializzano sul sostegno. Sono i numeri a raccontare la problematica: l’85% dei titoli esteri ha a che fare con l’insegnamento agli alunni con disabilità.

L’obiettivo finale dovrebbe essere quello di ridurre al minimo il numero di alunni cui vengono assegnati docenti senza titolo, e che gli insegnanti non abbiano bisogno di specializzarsi all’estero alimentando un sistema di speculazione che non giova a nessuno se non a chi quella speculazione stessa la mette in atto.