Ci sono ancora molti punti da chiarire per quel che riguarda il Decreto lavoro messo a punto dal Governo e che mira a ridurre sensibilmente il carico fiscale nei confronti dei lavoratori dipendenti grazie al previsto taglio del cuneo fiscale.

Il destino dei precari

Un decreto che però come spesso accade lascia in bilico alcuni ambiti del mondo della scuola, e il pensiero inevitabilmente non può che andare ai docenti precari. Categoria che come spesso accade, non solo si ritrova a dover fare i conti con la propria condizione intrinseca di incertezza lavorativa, ma anche con una serie di benefici negati riconosciuti invece a personale di ruolo.

Chiede chiarezza in tal senso Anief. L’organizzazione sindacale ha in questo senso chiesto chiarezza su alcune norme sul taglio fiscale riguardante il personale precario, che sembrerebbe da una prima lettura escluso da questi aumenti, di cui avranno beneficio per 7-8 mesi i dipendenti pubblici.

Ennesima esclusione?

Non è la prima volta che il personale precario della scuola resta fuori da questo tipo di provvedimenti del Governo. Gli ultimi esempi, in ordine di tempo, hanno riguardato i bonus riservati ai lavoratori della scuola con contratto a tempo indeterminato, lasciando invece esclusi coloro i quali avevano solo contratti a tempo.

Adesso si pone la questione dei benefici fiscali legati al taglio del cuneo, che consentono un aumento indiretto mensile di stipendio grazie alla riduzione della pressione fiscale. I docenti precari e in generale i precari della scuola potranno beneficiare di questo tipo di sgravio?

Gli altri temi

Anief sta cercando di ottenere chiarezza, perchè al momento la norma non sembra essere esplicativa. Anief sottolinea come sia necessario approfondire anche altre tematiche, come le norme sul nuovo tema dell’orientamento che va a sostituire l’alternanza scuola-lavoro e delle competenze trasversali; a nostro avviso si va nella giusta direzione di tutelare gli studenti, ma necessita di un approfondimento.