Concorso straordinario ter 2023: prove in estate in attesa dell’emendamento che equipara i 36 mesi di docenza in una scuola paritaria a quelli nella statale
Si avvicina il concorso Straordinario ter che il ministero intende bandire entro il mese di giugno e che consentirà la stabilizzazione in vista del 2024 di decine di migliaia di precari. Il concorso nelle intenzioni del ministero si svolgerà in estate e coinvolgerà, come comunicato nei giorni scorsi dal ministro Valditara, anche i docenti delle scuole paritarie, con una apertura che segna una decisa svolta rispetto a quanto avvenuto nel recente passato.
Equiparare i 36 mesi di docenza
Proprio in questo senso, i docenti delle scuole paritarie hanno prodotto una richiesta formale nei confronti del Ministero circa l’intenzione di procedere con un emendamento che possa consentire di equiparare i 36 mesi di docenza in una scuola paritaria a quelli nella statale.
Le intenzioni del ministero sono infatti quelle di produrre un emendamento che possa servire a equiparare i 36 mesi di insegnamento in una scuola paritaria a quelli nella scuola statale. L’emendamento servirebbe a mettere sullo stesso piano i docenti di questi due tipi di scuole in vista della partecipazione al prossimo concorso straordinario del Ministero dell’Istruzione e del Merito per l’assunzione di 35mila docenti.
Questioni da dirimere
La notizia è stata accolta infatti con sentimento ambivalente dai docenti delle scuole paritarie, che ritengono sicuramente positiva la decisione di mettere sullo stesso piano, in ottica partecipazione al concorso straordinario, docenti si scuole statali e docenti di scuole paritarie. Ma adesso servono chiarimenti in questo senso.
Le associazioni di gestori di scuole paritarie ritenevano positiva la riforma introdotta con il DL 36/2022 che prevede una netta separazione fra titolo abilitante alla professione docente e reclutamento nei ruoli della scuola statale.
Il periodo transitorio da definire meglio
Una riforma che consente di ottenere l’abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria sia ottenuta attraverso l’acquisizione di 60 Crediti Formativi Universitari e un esame finale.
Ci sono però alcuni punti da chiarire per quel che concerne il periodo transitorio previsto dalla riforma, contraddistinto da agevolazioni per il reclutamento nella scuola statale, senza tenere nella stessa considerazione chi insegna già da anni nelle scuole paritarie.
Le scuole paritarie auspicano l’attuazione di percorso definito che consenta di conseguire il titolo abilitante previsto dalla Legge 62/2000, che sia facilitato per chi vanta anni di servizio.