Scuola

Prossimi concorsi scuola: l’addio alle prove scritte potrebbe aprire la strada ai test a crocette grazie a uno specifico decreto

Probabilmente non ci saranno i tempi tecnici per implementare queste novità già nel corso della prossima sessione di concorso scuola in estate (il concorso straordinario ter riservato ai precari il cui bando dovrebbe essere emanato entro la fine di giugno) ma a breve la formula finora conosciuta potrebbe cambiare.

Discontinuità rispetto al passato

I prossimi concorsi scuola potrebbero prendere una strada diversa dal recente passato, anche per dare un segno di discontinuità rispetto a un recente passato contraddistinto dalle polemiche, da parte dei candidati e dei sindacati.

Questo almeno quanto emerge dai primi contenuti del Regolamento approvato dal Governo. Le intenzioni del ministero sarebbero quelle di trasformare definitivamente le prove scritte in “quesiti a crocette” di carattere inter o multidisciplinare. Questo per lasciare poi la verifica delle competenze disciplinari alla prova orale gestita in presenza da una commissione.

Modalità non idonea

Questo potrebbe consentire di dire addio alla prova scritta, lasciando il compito di valutare le competenze degli aspiranti docenti ai test a crocette. Il fallimento di questo tentativo di modifica nell’ambito del recente decreto sulla PA potrebbe aprire la strada a un “decreto scuola” che sbloccherebbe la cosa in maniera specifica.

I test a crocette non costituiscono una soluzione particolarmente gradita, soprattutto da molte forze politiche che le ritengono, come i 5 stelle, una “modalità assolutamente inidonea a valutare il merito dei candidati ruolo di insegnante”. In questo senso, viene ritenuta molto più affidabile dal punto di vista dell’efficacia valutativa, la prova scritta a risposta aperta.

L’addio agli orali

Il rischio è che la prova a crocette sia finalizzata unicamente a scremare il più possibile i candidati, escludendo talvolta i più bravi scavalcati dai più furbi.

Quel che è certo è che i prossimi concorsi della Pubblica Amministrazione, almeno fino alla fine del 2026, potranno essere esentati dalle prove orali dai concorsi con quote di posti riservate ai diversi generi, maschile e femminile. Se anche la scuola sarà compresa i questa rivoluzione solo il tempo potrà dirlo.