Scuola

Abilitazione insegnamento 60 cfu: università decidono i costi per l’acquisizione dei crediti e possono concedere posti in più o meno rispetto al fabbisogno del personale docente

Ci sono posizioni contrastanti circa il decreto attuativo che sancendo i percorsi universitari da 60 Cfu dà ufficialmente il via al nuovo corso di reclutamento docenti per i prossimi anni, consentendo ora al Governo anche di iniziare a organizzare i concorsi scuole che serviranno alla stabilizzazione dei precari e all’immissione in ruolo di nuovi insegnanti.

Bonus docenti a rischio, e non solo

I sindacati non sono però compatti nel definire positivi i contenuti del decreto attuativo. le critiche si riferiscono non tanto all’istituzione dei nuovi percorsi abilitanti e i concorsi, ma soprattutto al fatto che prevedono un taglio di più di 10mila cattedre per i docenti di posto comune.

Il taglio di questi posti non sarà immediato, ma spalmato sulle prossime annualità, a cominciare dall’anno scolastico 2026/27 al 2031/32. I tagli sono inerenti anche al bonus docenti a partire dal 2024, anche se al contempo si sta assistendo al riconoscimento degli arretrati per i precari che hanno ottenuto in tal senso sentenza favorevole da parte dei giudici.

Taglio di 30 milioni

Il decreto attuativo prevede anche il taglio di 30 milioni di euro il Fondo per la valorizzazione della professione docente. Si tratta di un fondo che in un primo momento doveva andare alla contrattazione collettiva.

Ma i sindacati sono contrari anche alla nuova struttura di abilitazione docenti, considerato che prevede un sistema di abilitazione che viene messo in mano alle Università. Saranno infatti le facoltà stabilire i costi per l’acquisizione dei 30 o 60 CFU. Quello che poi preoccupa è la possibilità che verrà data alle università di stabilire il numero di posti rispetto alle necessità dei docenti.

I docenti ingabbiati

I sindacati speravano inoltre che il decreto potesse finalmente dare una risposta definitiva ai docenti “ingabbiati”. Con la locuzione docenti ingabbiati si definiscono quegli insegnanti di ruolo già abilitati che dispongono di un titolo specifico per altro grado di scuola. Sono insegnanti che al momento sono privi dell’abilitazione.

Il DPCM definisce questi docenti come inclusi in un contingente che rientra nel limite di chi può abilitarsi. Per loro ci sarà una quota di posti riservata, ma la prospettiva dell’esclusione di parte di essi è inevitabile.

Manca ancora un provvedimento legislativo che consenta a questi docenti di ottenere l’abilitazione nella scuola secondaria di primo e secondo grado, in modo da aprire la possibilità di passare di grado/ruolo come negli scorsi anni.