Prossimo concorso scuola 2023: procedura più rapida e semplificata con miglioramento dell’offerta formativa degli insegnanti
Il prossimo concorso scuola sarà a suo modo ricordato come il primo del nuovo corso voluto dalla riforma del reclutamento docenti che passa anche per le novità del Pnrr. Una delle caratteristiche principali di questa nuova stagione di concorsi è sicuramente la volontà di organizzare e concludere concorsi scuola più rapidi.
Il sistema di formazione iniziale
Il tutto non può prescindere da un’ottimizzazione del sistema di formazione iniziale dei docenti. Per fare questo, la scuola italiana beneficerà di maggiori fondi grazie anche alle nuove misure contenute nel Decreto-legge “PA2”, approvato dal Consiglio dei Ministri.
Il velocizzare le procedure concorsuali finalizzate all’assunzione dei docenti nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è una delle priorità, stratega che in ogni caso viene subito dopo la formazione iniziale degli insegnanti.
I docenti messi in secondo piano
Per questo il ministero spinge per intraprendere una serie di azioni che consentiranno innanzitutto di dare il via ai percorsi di formazione iniziale dei docenti senza i quali non si possono bandire i nuovi concorsi scuola.
L’obiettivo finale è quello di ridurre il precariato e rendere la supplentite un aspetto marginale della scuola italiana e non preponderante, come invece avviene adesso. Il tutto senza abbassare lo standard qualitativo nella selezione degli insegnanti.
La prova pratica
Il Pnrr dedica particolare attenzione anche a categorie di docenti messe in secondo piano negli anni precedenti, come gli idonei dei concorsi precedenti e i docenti in attesa, da anni, di potersi abilitare in insegnamenti diversi. Il riferimento è a quelli che vengono definiti i docenti ingabbiati.
Il ministero punta a semplificare le procedure di assunzione del personale della scuola. Il tutto in modo da rendere più rapidi ed efficaci i concorsi migliorando l’offerta formativa dei percorsi di formazione iniziale dei docenti. Ora non resta che testare tutte queste novità sul campo, per capire se davvero il nuovo corso della scuola italiana si può dire iniziato.