Riconoscimento servizio prestato nelle scuole paritarie: ministero cambia idea niente accesso al concorso scuola
Niente apertura al concorso docenti, almeno per il momento, nei confronti degli insegnanti che volevano accedere potendo vantare unicamente il servizio prestato nelle scuole paritarie. Ma i lavori sono in corso, e il ministero infatti sta studiando nuove opportunità anche per l’abilitazione.
La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale
Allo stato attuale delle cose, il decreto PA 2 che sta per vedere la luce con la prossima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, sembra escludere la possibilità di accesso ai nuovi concorsi scuola se si dispone unicamente di servizio nelle scuole paritarie.
Una marcia indietro improvvisa e che per certi versi sorprende anche, quella del ministero, dal momento che in origine la bozza del decreto aveva aperto a questa possibilità. Previsione che sembra poi essere scomparsa dal testo approvato in Consiglio dei Ministri.
Il concorso senza abilitazione
Inevitabile che i docenti delle scuole paritarie siano ora nell’incertezza, dal momento che la platea dei partecipanti si restringe improvvisamente.
Al momento, l’accesso al concorso senza abilitazione per chi ha tre anni di servizio non è una norma che si limita alla fase transitoria della riforma Pnrr. Sembra piuttosto una previsione che presto diventerà strutturale.
C’è adesso sul tavolo da risolvere la questione dell’abilitazione degli insegnanti delle scuole non statali. Una soluzione potrebbe essere attuare, finalmente il concorso straordinario abilitante bandito nel 2020 per il quale molti candidati hanno anche pagato la tassa di iscrizione ma che in realtà non è mai stato realizzato.
La riserva del 40%
L’abilitazione per gli insegnanti della scuola paritaria resta un tema cruciale, e il Dpcm sull’abilitazione e formazione iniziale degli insegnanti prevede una quota di riserva del 40 per cento per chi ha un contratto in corso, anche nelle scuole paritarie. In questo modo c’è libero accesso ai percorsi universitari abilitanti.
Una normativa che consentirebbe il via libera a centinaia di migliaia di insegnanti, se dovessero essere riconsiderati anche quelli con supplenza breve.