Scuola

Dpcm 60 cfu abilitazione insegnamento: il Cspi avverte il ministero, serve migliorare offerta e percorso

Il parere del Cspi, Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), rallenta di fatto il percorso relativo all’avvio del DPCM sui corsi abilitanti, definendolo cosi com’è inadatto a garantire una straordinaria fase di reclutamento e formazione iniziale univoca e ordinata. Il consiglio auspica che si possano offrire maggiori certezze ai candidati in fase di preparazione.

Le pecche del sistema di formazione e reclutamento

Il decreto ha lo scopo di avviare un nuovo sistema di reclutamento docenti mediante percorsi di formazione iniziale e abilitazione dei docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado.

Se da un lato il Cspi ha fatto un plauso al lavoro del ministero, dall’altro ha sottolineato come ci siano alcune lacune che vanno al più presto colmate. Uno degli aspetti su quali sarà necessario concentrarsi riguarda la mancanza di finanziamenti specifici per i percorsi di formazione.

Offerta formativa non abbastanza ampia

Senza di questi, sarà difficile assicurare un’offerta formativa ampia e di qualità che possa essere definita omogeneamente distribuita sull’intero territorio nazionale.

Il Cspi nota anche come al momento manchi la previsione di agevolazioni e borse di studio per garantire l’accessibilità a tutti i candidati aspiranti.

Solo note negative? Certo che no, perchè il CSPI non ha mancato di sottolineare positivamente l’accesso semplificato ai percorsi abilitanti per i docenti che vogliono acquisire un’ulteriore abilitazione. Il riferimento è ai docenti ingabbiati. Però sempre in questo ambito è stato sottolineato come questi posti sono limitati a una quota di riserva, limitando l’accesso a una platea più vasta.

Il riconoscimento economico ai tutor

Per questo il Ministero dell’Istruzione dovrà escogitare soluzioni e metodi omogenei e univoci per soddisfare i bisogni e preparare l’offerta di percorsi.

Infine il CSPI raccomanda di trovare una soluzione per i problemi riguardanti la definizione e retribuzione del tutor, con relativo mancato riconoscimento economico. Non basta nemmeno la quantità di risorse al momento stanziate per l’aggiornamento del personale docente.