Come funziona algoritmo Gps 2023: scelte ancora al buio, resta il nodo della verifica dei titoli
E’ ancora in pieno corso di svolgimento la presentazione delle domande inerenti l’assegnazione delle supplenze docenti 2023. Non è ancora il momento dunque di pensare a quali risultati riuscirà a restituire il famoso e al tempo stesso famigerato algoritmo al centro negli anni passati di molte critiche e polemiche. Lo scorso anno il ministero chiuse alla possibilità di aggiustamento in corda che avrebbero rallentato e creato ulteriori ingiustizie nei confronti di chi aveva già ottenuto ( o non ottenuto) una cattedra.
Le nuove impostazioni del ministero
Ragion per cui quest’anno le aspettative di sindacati e diretti interessati sono molto alte. Riusciranno le nuove impostazioni date dai tecnici del ministero, su indicazioni dello stesso, a garantire assegnazioni esenti da ingiustizie?
La sensazione è che basterà poco per migliorare il caos dello scorso anno e migliorare la situazione. Ma certezze si potranno avere solo al momento della prova sul campo. Una delle situazioni che saranno maggiormente oggetto di attenzione riguarda la fattispecie in base alla quale alcuni docenti che avevano più titoli si sono visti scavalcare da chi ne aveva meno.
Il rischio di un’arma a doppio taglio
Come detto la presentazione delle istanze è ancora in corso. Poi sarà il momento di capire se i miglioramenti staranno dando i loro frutti. Per il momento si può riscontrare un oggettivo miglioramento nell’accesso al sistema, semplificato grazie a una grafica più chiara.
Le richieste dei sindacati di un ritorno alle operazioni di immissione in ruolo in presenza sembrano ormai destinate a cadere nel dimenticatoio, considerata la volontà di automatizzare il più possibile, per semplificare e velocizzare. Un buon proposito, purchè non si riveli un’arma a doppio taglio nel momento in cui un algoritmo compie scelte troppo “automatizzate” laddove servirebbe invece un occhio più umano per non creare ingiustizie.
Le scelte al buio
I sindacati puntino sulle nomine sui posti di sostegno e il calcolo delle riserve e della priorità di scelta della sede come cartina di tornasole per valutarne l’operato. Certo non è un buon viatico l’anticipazione delle tempistiche che comporta la scelta ‘al buio’ da parte degli aspiranti rispetto alle sedi, in virtù del fatto che fino al 31 luglio non tutti gli uffici riusciranno a caricare a sistema tutti i posti disponibili.
Infine resta il problema della verifica dei titoli al momento dell’assunzione, solitamente entro 10 giorni dopo la presa di servizio. Un meccanismo che comporta che se i punteggi dovessero essere modificati si licenzia l’aspirante assunto ricorrendo alla graduatoria per individuare il nuovo docente.