Scuola

Chiamata diretta docenti 2023: soluzione per garantire la copertura delle cattedre che resteranno vacanti

Con il recente annuncio di oltre 62.000 immissioni in ruolo per l’anno scolastico 2023/2024, il settore dell’istruzione nel paese sembra destinato a una trasformazione significativa. Tuttavia, dietro questa notizia positiva si nascondono sfide e questioni importanti che richiedono attenzione e soluzioni concrete.

Un passo avanti per l’istruzione italiana

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha sottolineato l’importanza di queste nuove assunzioni per il sistema nazionale di istruzione e formazione. Con oltre 50.000 posti destinati agli insegnanti e ulteriori 30.000 previsti per il prossimo concorso PNRR, si cerca di raggiungere l’ambizioso obiettivo di 70.000 assunzioni nei prossimi anni. Questo è sicuramente un passo nella giusta direzione per garantire la stabilità e la qualità dell’istruzione nelle scuole italiane.

Chiamata diretta per le assunzioni

Nonostante l’entusiasmo per le nuove assunzioni, Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, ha sollevato una questione critica. Secondo Giannelli, il numero di assunzioni pianificate non sarà sufficiente a coprire oltre 200.000 posti che saranno ancora occupati da personale non di ruolo. Ha suggerito che l’adozione della chiamata diretta per le assunzioni da parte delle scuole potrebbe essere una soluzione efficace a questo problema.

La chiamata diretta, come sostenuto da Giannelli, permetterebbe ai dirigenti scolastici di selezionare direttamente i docenti da assumere, contribuendo così a colmare il divario tra posti disponibili e personale insegnante.

La prospettiva dei precari

Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil, ha sollevato un’altra questione importante: quella dei precari nell’istruzione. Ha espresso preoccupazione per il fatto che il numero di posti di sostegno per gli alunni con disabilità sia determinato anno per anno, rendendo impossibile la stabilizzazione di tali posizioni. Questo, secondo Fracassi, non garantisce la continuità didattica necessaria per gli studenti che necessitano di supporto speciale.

La necessità di investire

Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola Rua, ha enfatizzato la necessità di investire nell’istruzione. Ha sottolineato che il sistema avrebbe bisogno di 80.000 docenti di ruolo per la copertura dei posti di sostegno. Ha proposto una soluzione interessante: trasformare tutti i posti vacanti da organico di fatto a organico di diritto, stabilizzando così un gran numero di precari. Questa mossa, secondo D’Aprile, richiederebbe una volontà politica forte e rappresenterebbe un investimento tangibile nell’istruzione.