Scuola

Precari scuola: annunciate 50mila assunzioni, ma ci sono ancora oltre 200mila supplenti

A pochi giorni dall’inizio della scuola (gli studenti non ce ne vogliano, ma come ogni anno dopo Ferragosto scatta idealmente il conto ala rovescia ufficiale verso la ripresa delle attività scolastiche), le intenzioni, ottime, del nuovo ministero non si sono ancora tramutate in risultati concreti che lascino sperare in un vera e propria svolta, in vista del nuovo anno scolastico, per quel che riguarda la lotta al precariato e riduzione della supplentite. Tanti buoni segnali, a cominciare dal decreto per l’avvio dei corsi universitari per i 60 Cfu e l’annuncio di concorsi che per ora non sono stati banditi.

Le 50mila assunzioni da coprire

Ma la realtà resta che a fronte dell’annuncio del Ministero di attuare 50mila assunzioni, c’è ancora un esercito di supplenti che ammonta a 200mila unità.

Questo alla luce di una evidente carenza di docenti titolari e una necessità di contratti a tempo che stride con la volontà dichiarata di voltare pagina. I sindacati dunque non attendono certo la prima campanella per lanciare un allarme annunciato, dal momento che la previsione è di oltre 200.000 posti occupati da supplenti annuali. Esercito che non si esaurisce qui, considerato che vanno aggiunti anche i contratti a breve termine dai quali non si potrà prescindere.

Le assunzioni a tempo indeterminato

Come si procederà dunque con la promessa del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara che ha annunciato l’assunzione a tempo indeterminato di 50.807 docenti e assicurato altri 30.000 posti per il prossimo concorso Pnrr in settembre, è tutto da verificare.

I sindacati non credono che alla fine la realtà possa essere davvero questa. Il timore è che anche quest’anno non si riuscirà a coprire tutti i posti vacanti e disponibili, considerato che non si è data priorità alle risorse per gli studenti e al riconoscimento di chi lavora nelle scuole.

La discriminazione del personale Ata

Non migliora la situazione se si resta in ambito scolastico ma si passa dalla situazione degli insegnanti a quella del personale Ata. Anche qui la precarietà è una realtà dura da estirpare. Al momento le nomine coprono a malapena il 30% dei posti vacanti. E qui, se possibile, la situazione peggiora in virtù di una visione nei confronti del personale Ata considerato meno importante, ingiustamente e ingiustificatamente, rispetto al mondo docente.