Scuola

Doppio canale di reclutamento docenti: estensione del meccanismo delle Gps per ridurre il precariato

Non si può ancora tracciare un bilancio definitivo del primo anno scolastico all’insegna del nuovo corso del ministero Valditara, perchè la procedura di immissioni in ruolo proseguirà anche nel mese di settembre e perchè non si conoscono ancora i risultati delle modifiche introdotte con l’algoritmo che gestisce l’informatizzazione nomine supplenze gps.

La percentuale di assunzioni è bassa

Eppure, dai dati parziali, stando a quanto sostengono i sindacati, non c’è troppo da cantare vittoria, e la sensazione è che l modifiche introdotte dal nuovo ministero non abbiano portato ai risultati sperati, considerato che i dati, per quanto parziali, raccontano e fotografano una situazione abbastanza simile a quella degli scorsi anni.

Secondo i sindacati, a preoccupare maggiormente il fatto che la percentuale di assunzioni, che l’anno scorso era stata del 43,94% rispetto alle disponibilità, è aumentata di poco in rapporto alle reali disponibilità che ammontavano a oltre 81.000 posti.

Il doppio canale di reclutamento

A caratterizzare un bilancio così negativo, ci si mette il numero delle nomine da GPS, al momento ammesse soltanto sui posti di sostegno. I sindacati sono prudenti perchè i dati definitivi potrebbero modificare la sensazione generale, ma sono anche realisti e sanno che difficilmente alla fine si potrà raccontare una realtà diversa da quella attuale. Resta la convinzione, da parte dei sindacati, che il sistema di reclutamento basato solo sui concorsi per esami, di cui negli ultimi anni si è avuta una moltiplicazione, non è sufficiente a garantire la copertura del fabbisogno di docenti.

Ecco perchè torna di moda la necessità e l’urgenza che il ministero, in questo senso purtroppo al momento allineato ai precedenti, di istituire un altro canale di reclutamento, che punti a valorizzare l’esperienza di lavoro.

La continuità didattica continua a latitare

Le assunzioni da GPS hanno dimostrato più volte questa tesi. E così la scuola italiana resta caratterizzata da precariato e supplentite, e a farne le spese sono i docenti diretti interessati ma a cascata tutto il sistema scolastico, e per finire la società. E così il precariato continua a inficiare la continuità didattica, che sarebbe invece fondamentale per gli studenti.