Docenti precari con 36 mesi di servizio: ruolo, oltre ai vincitori di concorso, anche a chi è nelle graduatorie provinciali
A fare da contraltare al tono entusiastico con cui vengono giudicate le procedure di immissioni in ruolo docenti e le assegnazioni delle supplenze in ottica anno scolastico 2023-2024 da parte del ministero, ci si mette senza dubbio il parere dei sindacati decisamente più scettici nei confronti della piega che sta prendendo quella che era stata definita la riforma del reclutamento scolastico.
Bando entro fine settembre
Il giudizio è sospeso in attesa del concorso scuola straordinario ter che il ministero ha confermato di voler bandire entro la fine di settembre. Ma nel frattempo ci sono alcuni elementi che proprio non convincono i docenti e i sindacati. A cominciare dal fatto che la tornata di immissioni in ruolo (conclusa con un deficit di 10mila assegnazioni rispetto alle possibilità, fortunatamente ricollocate proprio ai posti del concorso straordinario) e quella delle supplenze ha determinato molte cattedre scoperte soprattutto al nord.
A contribuire nei confronti di questo disinteresse nei confronti della professione docente il fatto che chi ha investito in una passione che doveva diventare la professione della vita si arrende alla realtà dei fatti: ovvero che lo stipendio da insegnante è troppo basso e la stabilità difficile. Per questo si vira verso altre strade.
Molti posti ancora scoperti
Le statistiche raccontano di molti candidati che dal sud partecipano ai concorsi al nord per poi rifiutare, di fronte alla prospettiva di lasciare la propria città e i propri affetti.
I sindacati ammettono che la situazione delle cattedre vacanti è leggermente migliorata, ma nonostante ciò si continua ad avere il 40% dei posti vacanti non coperti da nomine in ruolo. Sono posti che alla fine vengono coperti con l’attribuzione delle supplenze annuali, alimentando quella precarietà che rappresenta il primo male difficile da estirpare della scuola italiana.
La proposta dei sindacati
I dati raccontano che ci sono scuole con più del 50% del personale docente precario. La proposta della Cisl Scuola è quella di dare il ruolo, oltre ai vincitori di concorso, anche a chi è nelle graduatorie provinciali, abilitati con 36 mesi di servizio. Perché tutto ciò avvenga serve urgentemente un intervento normativo che al momento è stato previsto, ma solo per i docenti di sostegno.
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Come al solito sempre di concorsi si parla.
Ma dopo anni di lavoro ed esperienza sul campo non è forse meglio mettere in ruolo senza questi benedetti concorsi CFU ecc?
Dopotutto se si è in graduatoria (da anni) i nostri titoli di studio varranno qualcosa oppure no?
Ma dopo la laurea ,i 24CFU,e il superamento del TFA, si richieda anche il concorso per allungare i tempi, non comprendendo, che le abilità non si affinano con un concorso ,ma solo ,con l esperienza sul campo.È scandaloso , accertare ancora con un concorso ,non si sa sa che cosa. Mentre per chi accetta la CALL veloce entra di ruolo, senza ulteriore accertamento. Il ministero, i sindacati ,possono spiegare ciò?
Vorrei tanto chiedere al ministro Valditara quando arriverà il mio ruolo, abilitata con concorso del 1999 per A046, iscritta nelle gae di AG scavalcata ogni anno da assegnazioni provvisorie e GM che si sono formate nel corso dei vent’anni…
Sono un’ insegnante di Religione. Del nostro concorso non si parla più. Ad oggi inizio a dubitare che sarà espletato.
Ad ogni modo come altri commenti qui letti dopo 17 anni di lavoro credo di saper fare il mio lavoro.