Graduatorie, Gps e supplenze

Come funziona algoritmo supplenze 2023: sospetti di malfunzionamento, criteri ancora incerti

Il caos algoritmo continua a tenere banco tra i docenti che si considerano danneggiati da una procedura che anche quest’anno sembra non essere stata in grado di garantire il rispetto delle posizioni in graduatoria dei candidati. Per questo montano le polemiche e le proteste e i sindacati si fanno portavoce di un malcontento che ormai sta diventando un appuntamento fisso nel settembre di avvio dell’anno scolastico.

I miglioramenti dell’algoritmo

Eppure l’approccio a questo nuovo anno scolastico e a questo nuovo corso dell’algoritmo sembrava potesse nascere sotto migliori auspici, alla luce delle rassicurazioni date dal ministero in merito ai miglioramenti che erano stati garantiti a livello tecnico a tutta la procedura. Così evidentemente non è stato, o evidentemente non è stato sufficiente per assicurare equità a tutta la procedura.

Complice evidentemente anche la scelta del ministero di anticipare la scelta delle 150 sedi, obbligando di fatto i candidati a scelte al buio che hanno impedito di effettuare selezioni corrette in base alle disponibilità conciliandole con le proprie esigenze.

Il fallimento dell’algoritmo

Il risultato finale è che il caos sembra regnare sovrano anche quest’anno. I sindacati, nel caso specifico la Gilda degli Insegnanti spiegano come l’algoritmo ha fallito nel momento in cui avrebbe come obiettivo quello di assegnare a ciascun docente un incarico in base alle proprie preferenze (graduazioni), cercando di assegnare a ciascuno la miglior scelta possibile, compatibilmente con la posizione in graduatoria dello stesso. Cosa che evidentemente non è stata garantita a tutti i docenti.

Il funzionamento dell’algoritmo

Questo ha spinto la Gilda degli Insegnanti a sollecitare il Ministero affinché fornisca al sindacato i criteri di funzionamento della Chiamata Unica, considerato che la procedura delle nomine a tempo determinato del personale docente è ancora in corso. “Il fatto che il Ministero non abbia ottemperato alla sentenza in questione avvalora i sospetti di malfunzionamento dell’algoritmo” afferma il coordinatore nazionale della Gilda Insegnanti, Rino Di Meglio.

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