Organico aggiuntivo Ata 2023: raddoppio delle assunzioni e proroga fino a fine Pnrr
Entrano finalmente in servizio con la firma sul contratto i facenti parte dell’organico aggiuntivo ata tante volte richiesto dai sindacati nei mesi successivi all’abolizione dell’ex organico covid, decisione che ha privato le scuole di personale fondamentale per lo svolgimento delle attività quotidiane nonostante la fine dello stato di emergenza legato alla pandemia.
I fondi a disposizione
Questo nuovo organico aggiuntivo ata è composto da circa 7.200 contratti per i progetti PNRR cui si possono sommare altri 1.800 contratti per l’organico aggiuntivo ATA per le attività associate al Piano Agenda Sud. Un totale di quasi 9mila posti complessivi tra assistenti amministrativi e tecnici e collaboratori scolastici spalmati su tutto il territorio nazionale, con un occhio particolare, una volta tanto, al meridione.
Gli stipendi per i prossimi due mesi e mezzo di contratto iniziale (due mesi per i facenti parte del piano Agenda Sud che entreranno in servizio solo dal primo novembre) saranno pagati grazie ai 50 milioni di euro per le supplenze legate al PNRR dal decreto PA bis e ad altri 12 milioni di euro dal decreto Caivano per le regioni del Mezzogiorno, il DL 123 del 15 settembre 2023.
Gli obiettivi futuri
I provvedimenti confermano l’impegno preso nei mesi scorsi dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. le assunzioni arrivano al termine del periodo di monitoraggio che ha consentito alle scuole di comunicare al ministero la necessità o meno di integrare il proprio personale con l’unità disponibile per edificio.
I sindacati sono soddisfatti di questo provvedimento ma non ritengono sia sufficiente, a cominciare dal fatto che i contratti termineranno, anche se solo per una questione burocratica, già alla fine di quest’anno solare. La volontà dei sindacati è fare in modo che vengano prolungati non solo fino alla fine dell’anno scolastico, ma anche per tutta la durata del Pnrr, quindi per almeno un triennio. Non solo, si punta a farli raddoppiare come numero, oltre che assegnati anche al personale docente in tutte quelle scuole che sono collocate in territori difficili dove la formazione non è aiutata adeguatamente dai comuni e dagli enti locali.