30 cfu già abilitati: si accende il dibattito su costi e durata dei percorsi abilitanti docenti
Prosegue l’attesa febbrile in vista dell’attivazione dei nuovi percorsi abilitanti docenti, per i quali di fatto è tutto pronto se non fosse che manca ancora l’ufficialità in merito alla data di avvio. Sono giorni di incertezza e coincidono con il dibattito su alcuni aspetti che riguardano condizioni particolari da parte di chi prenderà parte a questo nuovo strumento di abilitazione.
Le criticità da sistemare
In particolare, è oggetto di dibattito la condizione di coloro i quali dovranno acquisire i 30 CFU avendo già un’abilitazione. Il CUN, Consiglio Universitario Nazionale, non è convinto che posizionare la formazione dei docenti prima della selezione per l’accesso al ruolo nelle scuole secondarie sia la soluzione migliore.
Partendo dal presupposto che il decreto che disciplina i nuovi percorsi di abilitazione segue una strada diversa, il Consiglio sottolinea quelle che sono a suo parere alcune criticità che si farebbe ancora in tempo a correggere, considerato che i percorsi non sono ancora partiti.
In particolare, il CUN ritiene che ci sia qualcosa da rivedere nell’articolo 13, comma 1 del DPCM, in base al quale è necessario acquisire 30 CFU o CFA aggiuntivi per ottenere l’abilitazione in altre classi di concorso. Una previsione che fa scattare altre circostanze, come la durata eccessiva della formazione. A questo, si somma un esborso ulteriore, che rende ancora più impegnativo l’accesso al ruolo nelle secondarie.
Le logiche di mercato imperanti
Secondo il Cun questo comporterebbe una scelta preventiva che si affiderebbe più a logiche di mercato che a criteri di qualità.
Il decreto prevede che sarà compito di singoli centri di formazione stabilire i contenuti dei 30 CFU da acquisire. Un vincolo che potrebbe portare a disparità qualitative, a scapito di alcuni studenti piuttosto di altri.
La soluzione sarebbe prevedere percorsi di formazione comuni per classi con affinità disciplinare. Questo andrebbe a soddisfare anche le indicazioni di ANVUR e PNRR.
L’auspicio del Consiglio è che si provveda anche a un riordino delle classi di concorso, che possa partire dalle innovazioni nella didattica e nella ricerca universitaria. In questo modo si potrebbe mettere a punto una struttura didattica meglio organizzata nelle scuole secondarie.