Anticipo indennità vacanza contrattuale 2023: come si calcola l’importo netto per docenti e Ata
Anche quest’anno Natale per il personale scolastico farà rima con entrate extra. L’anno scorso fu il saldo sugli arretrati del rinnovo del contratto scuola a consentire al mondo della scuola di beneficiare di una boccata di ossigeno. Quest’anno ci penserà il Decreto Anticipi con l’aumento dell’indennità di vacanza contrattuale. Vediamo nel dettaglio cosa entrerà nelle tasche di docenti, ATA e personale scolastico in generale in vista dell’anticipo di Natale.
Chi resta fuori
Il provvedimento è un sostegno al settore in virtù della difficile situazione economica venutasi a creare negli ultimi mesi, con l’aumento del costo della vita e dell’inflazione. Il Governo ha ritenuto di poter intervenire aumentando l’indennità di vacanza contrattuale per il 2024. L’aumento è stato fissato dal 0,5% al 6,7%.
Al contrario dello scorso anno, quando il “bonus” fu il saldo degli arretrati, questa volta si interverrà con un anticipo. Questo di fatto esclude coloro i quali andranno in pensione prima del 31 dicembre 2023.
L’importo individuale netto
Il pagamento potrebbe in realtà arrivare ben prima dell’anno scorso, quando fu saldato a ridosso delle festività natalizie. Quest’anno il ministero vorrebbe pagare tra fine novembre e inizi dicembre. A quanto ammonta l’importo netto? Dipende dalla situazione individuale ed è influenzato da ritenute e aliquota Irpef, ma si possono fare delle stime. Dovrebbe andare dai 500 ai 740 euro a seconda della posizione scolastica.
Chi beneficerà di questo anticipo perde però il diritto al taglio del cuneo fiscale a gennaio 2024. Questo perchè aumentando l’imponibile IRPEF, i dipendenti si troveranno a pagare addizionali regionali e comunali maggiori nel 2024.
Le implicazioni per il 2024
Rientrano tra i beneficiari i precari, che percepiranno l’anticipo mese per mese nel 2024, e in questo modo non perderanno il diritto al taglio del cuneo fiscale. Invece chi andrà in pensione nel 2024 dovrà a restituire l’anticipo dopo aver lasciato il lavoro.
Per ogni docente l’aumento potrebbe tradursi in un incremento indicativo di 200 euro sulla busta paga. Questo vale in particolar modo se la retribuzione annua non supera i 35.000 euro. Con la seconda tranche di miglioramenti del CCNL 2019/21, l’aumento complessivo arriverebbe a 124 euro lordi medi. Un ulteriore taglio al cuneo fiscale rivolto ai lavoratori con redditi medio-bassi, e una riforma delle aliquote Irpef, potrà infine portare a un aumento di stipendio annuo fino a 1.298 euro per alcuni lavoratori.
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