Motivazioni sciopero scuola 17 novembre 2023: i perchè dello stop alle lezioni per tutta la giornata
Previsto un nuovo sciopero della scuola il 17 novembre. Questo inizio di anno scolastico, a dire il vero, non si sta facendo ricordare certo per un eccesso di sospensione delle attività didattiche per scendere in piazza a protestare. Merito anche delle misure del Governo, non ultime quelle relative agli anticipi sulla vacanza contrattuale che verranno pagati tra fine novembre e inizio dicembre, che hanno contribuito a rasserenare i rapporti con i sindacati. C’è poi l’attesa per l’inizio dei percorsi abilitanti docenti e per il concorso scuola straordinario ter che dovrebbe essere bandito entro fine mese.
Sciopero il 17 novembre
Adesso però, prima della pausa per le vacanze natalizie, arriva la decisione di uno sciopero da parte del mondo della scuola. La conferma arriva da una nota del Ministero che nelle scorse ore ha ufficializzato uno sciopero generale per l’intera giornata del 17 novembre 2023. Lo sciopero è stato indetto da varie sigle sindacali, tra cui le Confederazioni Cgil e Uil.
Nella nota il ministero ricorda che il diritto allo sciopero va esercitato in osservanza delle regole e delle procedure fissate dalla normativa.
Le amministrazioni sono tenute a rendere pubblico tempestivamente il numero di lavoratori che hanno partecipato allo sciopero, la durata dello stesso e la misura delle trattenute effettuate per la partecipazione.
Le motivazioni dello sciopero
Ecco le motivazioni dello sciopero:
Salario e contratti
Stanziamento nella legge di bilancio 2024 di risorse adeguate per il rinnovo dei contratti per tutto il personale, stabile e precario, per rispondere alla perdita del potere di acquisto, a fronte di un’inflazione cumulata pari al 18% in tre anni.
Cancellazione del precariato
Stanziamento di risorse finalizzate a sanare l’annoso e ormai strutturale problema del precariato in tutti i settori del comparto Istruzione e ricerca.
Investimenti e stop alle privatizzazioni nei settori della conoscenza
Investimenti in tutti i nostri settori, a partire dal significativo incremento delle risorse per gli organici, il tempo scuola, la ricerca di base e il diritto allo studio, e il blocco immediato di iniziative di disinvestimento come il dimensionamento scolastico.
Blocco di tutte le iniziative legislative finalizzate ad una privatizzazione di pezzi del sistema pubblico di Istruzione e ricerca, a partire dalla riforma della filiera tecnica e professionale, e dalle proposte di piena parificazione del sistema pubblico e statale al sistema privato, sulla base di una malintesa libertà di scelta delle famiglie.
Blocco immediato dei progetti di autonomia differenziata
Stralcio dell’istruzione e della ricerca dalle 23 materie regionalizzabili previste dal DDL Calderoli per l’attuazione dell’autonomia differenziata.