Ogni quanto tempo gli Ata di ruolo possono cambiare provincia? Il vincolo è sempre di tre anni, ma bisogna fare una precisazione. Il computo triennale dell’obbligo di permanenza, infatti, non deriva per gli ATA di ruolo dal vincolo di mobilità, che per loro non sussiste. Sussiste invece per i Dsga dal momento che vengono assunti tramite concorso.

La permanenza in una sede

E allora perchè in ogni caso gli Ata di ruolo devono permanere tre anni nella stessa provincia prima di poter fare richiesta, se non sono assunti da concorso? Per loro il vincolo deriva semplicemente dal fatto che possono fare richiesta di cambio provincia al momento dell’aggiornamento della terza fascia, che appunto avviene ogni tre anni.

Dunque cambia la motivazione ma non la sostanza: anche per gli ata di ruolo la permanenza in una sede prima di poter cambiare provincia è di tre anni. Invece l’aggiornamento ATA 24 mesi prevede un appuntamento annuale.

Le graduatorie 24 mesi

La normativa dunque riguarda i candidati attualmente inseriti nelle graduatorie di terza fascia di una provincia che hanno raggiunto il requisito dei 24 mesi. Si tratta di candidati che vogliono inserirsi nella graduatoria dei 24 mesi di una nuova provincia.

In caso di candidato che può vantare almeno 24 mesi di servizio, inserito in graduatoria di terza fascia di una provincia, il primo passaggio per avere diritto alla richiesta di inserimento nella graduatoria dei 24 mesi di altra provincia è quello di richiedere l’inserimento nelle graduatorie di terza fascia della nuova provincia.

Sovrapposizione delle due domande

La fase successiva è costituita dalla pubblicazione delle graduatorie definitive della terza fascia di istituto. A quel punto scatta il via libera per l’inserimento nella graduatoria di cui all’art. 554 del D. Lgs. 297/1994. Questo significa che l’inserimento nella graduatoria dei 24 mesi della nuova provincia potrà essere effettuato il prossimo anno.

Il prossimo anno si verificherà poi una circostanza particolare: le due finestre temporali relative alla presentazione delle due domande nel 2024 potrebbero sovrapporsi. Una circostanza peraltro già verificatasi in occasione dell’aggiornamento dello scorso triennio.

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