La prossima settimana, al massimo quella seguente, dovrebbe essere quella buona per la pubblicazione del bando di concorso docenti 2023. Il bando confermerà la decisione del ministero di attuare la riserva dei posti per chi ha tre anni di servizio.

La riserva del 30%

Una questione importante da valutare prima dell’avvio del concorso è la comprensione della differenza tra il requisito delle tre annualità per avere diritto all’accesso al concorso e il requisito dei tre anni per accedere alla riserva del 30% dei posti.

I due requisiti infatti presentano delle differenze. Per il requisito di accesso le 3 annualità sono contate fino agli ultimi 5 anni. Invece chi vorrà accedere al diritto alla riserva deve conteggiare il servizio di tre anni, di cui almeno 1 specifico, negli ultimi 10 anni.

Il computo delle 3 annualità vale se sono state svolte nella scuola statale, anche non continuative e un anno di servizio deve essere specifico.

Invece per considerare il requisito di accesso è necessario computare gli ultimi cinque anni. Per la riserva gli ultimi dieci.

La logica della riserva

La scelta di istituire la riserva del 30% da parte del ministero è motivata dalla necessità di garantire ad alcuni candidati di poter riuscire ad entrare fra i vincitori anche senza essere riusciti a rientrare fra i primi posti a bando. Una scelta del ministero sempre effettuata nell’ottica di valorizzare l’esperienza dei docenti accumulata sul campo in modo da non disperdere la professionalità dei precari in attesa di stabilizzazione.

Come funziona

Ipotizzando 100 posti a disposizione, senza una riserva accederebbero solo i primi 100. Grazie alla riserva invece candidati che si collocano oltre i 100 potrebbe prendere servizio. In questo caso, sulla base di 100 posti, i primi 30 candidati che hanno 3 anni di servizio, negli ultimi 10, che hanno il miglior punteggio, entrano di diritto fra i vincitori.

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