Percorsi abilitanti docenti 2023: per 60 e 30 CFU chiesti posti anche per classi di concorso a zero
Sono giorni decisivi per il futuro del reclutamento del personale docente, in virtù della doppia attesa per la pubblicazione del bando del concorso straordinario ter e per l’avvio dei percorsi abilitanti da 60 e 30 CFU, da attivare nell’anno accademico 2023/24, che saranno decisivi per il secondo concorso scuola in programma nei primi sei mesi del 2024.
L’accreditamento richiesto dalle Università
Ogni giorno che passa i tempi diventano sempre più ristretti per l’avvio e lo svolgimento dei percorsi, se si considera il fatto che il DPCM 4 agosto 2023 ha già sancito che la data ultima per la conclusione del primo corso da 30 CFU, requisito di accesso al secondo concorso PNRR, è il 28 febbraio 2024.
Nel frattempo molte università, in attesa di conoscere la data di avvio dei percorsi, hanno richiesto l’accreditamento per l’erogazione degli stessi. Ora manca solo la risposta da parte del ministero.
I lavori sono comunque in corso e infatti il Ministero ha inviato alle Università una tabella contenente il fabbisogno formativo e l’indicazione di quali percorsi sono necessari nel 2023/24 e quali nel 2024/25.
La richiesta al ministero
Nel frattempo secondo Orizzonte Scuola alcune Università hanno fatto richiesta anche per classi di concorso per le quali il Ministero dell’istruzione e del Merito non individua nell’immediato il fabbisogno per i concorsi.
Il ministero non ha ancora fornito una risposta ufficiale a questa richiesta. Ma incuriosisce il tipo di richiesta fatta, e si cerca di comprenderne le motivazioni. Una potrebbe essere l’esigenza di poter offrire il nuovo sistema di abilitazione ad un numero quanto più ampio possibile di laureati o laureandi. Ai percorsi abilitanti potranno prendere parte anche coloro i quali non hanno ancora ottenuto la laurea, purchè abbiano conseguito almeno 180 CFU.
Le scelte dei futuri abilitati
Un’altra motivazione dietro la richiesta delle università per classi di concorso per le quali il Ministero dell’istruzione e del Merito non individua nell’immediato il fabbisogno per i concorsi nasce dal fatto che non è detto che il futuro abilitato spenda il titolo nella regione in cui ha svolto il percorso.
Bisogna ricordare infatti che il titolo ha validità nazionale e nel concorso è possibile scegliere la regione che si desidera, in cui vengono banditi posti per la classe di concorso in oggetto.
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