Assunzioni seconda fascia GPS: procedura riservata ai docenti iscritti nella seconda fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze, quindi privi di abilitazione
Il nuovo progetto legato al ripristino del doppio canale di reclutamento docenti che verrà discusso presso la VII Commissione del Senato legato alla proposta di legge (Atto Senato n. 545, XIX Legislatura) a firma della senatrice Bucalo, recante “Disposizioni in materia di formazione e reclutamento degli insegnanti” prevede anche una procedura per i posti comuni che residuano in seguito alla fase precedente.
La seconda fascia
Potranno prendere parte a questa procedura riservata i docenti iscritti nella seconda fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze. Questo significa che si tratta di una procedura riservata ai docenti privi di abilitazione.
Secondo la proposta, questi insegnanti sarebbero assunti con contratto a tempo determinato e ammessi ai percorsi di abilitazione senza selezione per il completamento del numero dei crediti. Ciò significa che dovranno essere acquisiti 60 CFU da parte di chi non ha tre anni di servizio, 30 per chi li ha maturati e 36 per chi ha già conseguito i 24 CFU. In altre parole, il disegno di legge ripercorre quanto già previsto dal DPCM che stabilisce la formazione iniziale dei docenti.
Addio alle graduatorie regionali
Dopo che hanno ottenuto l’abilitazione, per questi insegnanti scatta l’assunzione anche senza bisogno di passare per alcuna prova o lezione simulata. Il contratto sarebbe a tempo indeterminato. Verrebbero così ammessi al periodo di formazione e prova.
Se passasse questa proposta, si direbbe addio alle graduatorie regionali per il sostegno e la cosiddetta call veloce.
Questo significherebbe il ripristino del doppio canale di reclutamento. Un provvedimento che andrebbe a vantaggio anche dei precari di seconda fascia non abilitati. Un progetto di cui farebbero parte anche i nuovi percorsi abilitanti, in partenza già dal 2024.
L’obiettivo dietro questo tipo di provvedimento è limitare l’abuso dei contratti a termine. L’Italia non deve infatti dimenticare di essere sotto il giogo della procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea per un operato del quale il Governo dovrà a breve rispondere.
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