Ritardi pagamenti supplenze brevi: non è possibile prevedere quando i titolari dovranno essere sostituiti, il problema sta nell’imprevedibilità degli incarichi
A poche ore dal pagamento di tutti gli arretrati per i supplenti brevi mediante emissione speciale prevista per il 19 gennaio, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara conferma di essere consapevole della gravità di una situazione ereditata dal passato, che si impegna a risolvere in prima persona.
Il danno e la beffa
Il problema è che già un anno fa il Ministro aveva promesso di risolvere il problema. Siamo a gennaio 2024 e il problema ancora non è stato risolto, al punto che è necessario ricorrere alle emissioni speciali per pagare, in forte ritardo, i supplenti brevi. Basti pensare che alcuni di essi (migliaia in totale) aspettano il pagamento da settembre. Una situazione che amplifica la sensazione da parte loro di essere considerati docenti di serie b. Una beffa che si aggiunge al danno di non poter disporre di contratti a tempo indeterminato come i colleghi che invece vengono regolarmente pagati, vivendo una situazione di precarietà cui si aggiunge il non poter percepire regolarmente le mensilità lavorate.
L’11 gennaio, Noipa ha provveduto a un’emissione straordinaria: “Si tratta purtroppo di un problema strutturale che coinvolge più istituzioni e che si ripresenta dal 2013 con ritardi anche più gravi di quelli di quest’anno,” ha affermato Valditara.
L’imprevedibilità delle supplenze
Ma da cosa dipende questo problema? La macchina burocratica è inefficiente, e poi c’è il problema dell’imprevedibilità delle supplenze, considerato che che non è possibile prevedere quando i titolari dovranno essere sostituiti. Una spiegazione ma non una giustificazione.
L’importante è che il ministro sembra essere consapevole della gravità della situazione. “È una situazione inaccettabile e sono ben consapevole che si tratta di un problema che crea serie difficoltà,” ha ammesso Valditara. Tuttavia, ha evidenziato la complessità del problema, rimarcando che “se non sono stati capaci di risolverlo in 11 anni diversi governi vuol dire che è una questione molto complessa”.
La sfida di fine gennaio
La sfida del ministro è quella di fare in modo che il suo governo sia il primo a trovare una soluzione strutturale a questo problema storico per la scuola italiana. Per questo, entro gennaio verrà fatta una proposta di intervento in collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze che consenta di arrivare a una soluzione definitiva.
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