Scuola

Ore di sostegno anche ai docenti curriculari: non toglie posti agli specializzati e aiuta la progettualità inclusiva

La proposta di introdurre la “cattedra inclusiva” nelle scuole di ogni ordine e grado sta guadagnando terreno, annunciando un evento significativo a Roma il 25 gennaio 2024. La professoressa Evelina Chiocca, una delle figure di spicco di questa iniziativa, risponde alle critiche che sostengono la possibile perdita di posti di lavoro nel sostegno, sottolineando che la resistenza deriva da insegnanti che evitano di lavorare con alunni certificati. Ne parla Orizzonte Scuola.

Una rivoluzione in vista

L’evento del 25 gennaio vedrà la presentazione ufficiale della proposta di legge “Introduzione della cattedra inclusiva nelle scuole di ogni ordine e grado”. I promotori, tra cui Chiocca, mirano a rivoluzionare il sistema scolastico italiano, rafforzando l’inclusione e offrendo opportunità educative paritarie per tutte le nuove generazioni.

La proposta mira a consolidare e strutturare l’esperienza della “cattedra inclusiva”, coinvolgendo tutti i docenti in un incarico polivalente. Una parte delle ore di servizio sarà dedicata alle attività disciplinari, mentre l’altra si concentrerà sul sostegno. Tale approccio mira a superare deleghe ambigue e a promuovere la corresponsabilità.

Il primo passo

Il primo passo concreto è l’introduzione della “cattedra mista” o “incarico misto”, che diventerà la “cattedra inclusiva”. L’idea è che tutti i docenti, a decorrere dal sesto anno scolastico successivo all’entrata in vigore della legge, siano coinvolti in attività di sostegno o disciplinari, con un obbligo graduale e una fase transitoria.

La proposta, oltre agli aspetti organizzativi, include programmi formativi per i docenti, volti a fornire le competenze necessarie per lavorare con tutti gli alunni della classe. Un piano di formazione quinquennale coinvolgerà tutti i docenti in servizio, consentendo loro di acquisire le competenze necessarie per la cattedra inclusiva.

Le politiche inclusive

Due nuovi organismi, il “coordinamento pedagogico” a livello scolastico e il “coordinamento pedagogico territoriale”, saranno istituiti per semplificare la gestione. L’obiettivo è ridefinire la scuola come fulcro delle politiche inclusive, superando resistenze culturali e promuovendo una visione autentica e inclusiva.

La proposta mira anche a contenere i costi, con un congelamento degli organici ai livelli attuali e un investimento stimato di 900 milioni di euro per cinque edizioni di corsi di specializzazione biennali. Un approccio che, secondo i promotori, non solo migliorerà l’efficienza del sistema scolastico italiano ma contribuirà a creare un ambiente educativo equo e inclusivo.

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