Autonomia differenziata scuola cosa cambia: pro e contro, gli stipendi e il ruolo dei Lep
C’è fermento, preoccupazione e qualche polemica in seguito all’approvazione da parte del Senato della Repubblica del Ddl sull’Autonomia differenziata. Molti i dubbi circa il futuro della scuola nel nostro Paese e la preoccupazione per eventuali disparità che potrebbero insorgere. Il Ddl è stato approvato con 110 voti favorevoli, 64 contrari e 30 astenuti. Il prossimo passaggio è l’approvazione della Camera.
I Lep
I detrattori dell’autonomia differenziata temono che si possa arrivare a qualcosa come 20 sistemi scolastici diversi in tutto il territorio italiano, con la conseguenza inevitabile di penalizzazioni per le regioni del Sud.
Se le Regioni ottenessero l’autonomia legislativa su temi chiave dell’istruzione, come i criteri di assunzione del personale, si potrebbero avere notevoli disparità per gli insegnanti e per gli studenti, considerato che l’autonomia andrebbe a toccare anche elementi come i programmi scolastici. Che ne sarebbe della parità di diritti nell’ottenimento dell’istruzione?
Questo provvedimenti introdurrebbe i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), ovvero standard minimi di servizio, che devono essere garantiti da tutte le Regioni. Questo a prescindere dalla maggiore autonomia conferita ai governatori.
Per stabilire i Lep, si farebbe riferimento a una ricognizione della spesa storica dello Stato in ogni Regione nell’ultimo triennio. Lo scopo è garantire che i diritti civili e sociali non subiscano modifiche e che siano omogenei da nord a sud.
Se si riuscirà a garantire parità nei diritti da Nord a Sud, l’autonomia differenziata potrebbe anche essere un successo, in caso contrario potrebbe trasformarsi in un boomerang.
Il tema delle retribuzioni
Elemento cruciale dell’autonomia differenziata sarebbe la differenza di retribuzioni del personale scolastico. Questo potrebbe spingere i migliori insegnanti a trasferirsi nelle regioni con le retribuzioni più alte, creando una concentrazione di eccellenze e al contempo un abbassamento dello standard qualitativo in quelle regioni che non potranno permettersi stipendi troppo competitivi.
I sindacati hanno già espresso le loro perplessità e le loro preoccupazioni in merito, ma ormai la legge ha iniziato il suo iter.
Iscriviti al nostro canale Telegram per ricevere tutti gli aggiornamenti su scuola, concorsi e offerte di lavoro in tempo reale. Per restare aggiornato seguici su Google News cliccando su “segui”.