Pagamento supplenze brevi febbraio 2024: saldata solo una parte del dovuto, coperti meno di due mesi su cinque lavorati
Con l’emissione speciale di gennaio doveva essere risolta la questione del pagamento delle supplenze brevi arretrate, saldando tutto quanto spettava ai precari dallo scorso settembre. Con i provvedimenti promessi dal ministro Valditara entro fine gennaio, doveva essere risolto il problema per il futuro, in virtù di un accordo tra ministro dell’Istruzione e ministro dell’Economia che per il momento non è ancora arrivato.
L’emissione speciale
E così ci si trova a 2024 avviato ad avere ancora a che fare con la problematica del pagamento degli stipendi per i docenti precari. Alcuni sono stati effettivamente pagati dopo mesi di attesa. Ma il problema è tutt’altro che risolto, sia per quel che riguarda il pregresso sia per quel che concerne le prospettive future.
L’emissione speciale arrivata tra il 18 e il 19 gennaio per questi insegnanti, in servizio senza stipendio da ottobre, ha consentito di spalmare i 300 milioni di euro appositamente messi a disposizione dal Ministero.
Problema non risolto
Ma la situazione non è risolta. Secondo le segnalazioni, molti hanno ottenuto solo una parte del dovuto. Alcuni hanno visto saldare meno di due mesi su cinque lavorati. E nel frattempo è stato richiesto anche il pagamento delle tasse. Non ci sono certezze per quel che riguarda le tempistiche di ricezione del saldo e circa la regolarità dei futuri pagamenti. Al momento le problematiche che derivano dal sistema burocratico obsoleto e complesso restano.
I più penalizzati coloro i quali svolgono le supplenze brevi, regolamentate da normative farraginose che impediscono il regolare pagamento degli emolumenti, un sistema che rende impossibile il lavoro fluido delle segreterie didattiche.
Segreterie sotto pressione
La conseguenza è che i dipendenti di queste segreterie sono costantemente sotto pressione con pratiche e contratti in attesa di registrazione e autorizzazione al pagamento.
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