La messa a disposizione scompare? Cosa cambia con la nuova normativa supplenze 2024/25
La messa a disposizione non scomparirà. Le recenti modifiche alla normativa che disciplina l’aggiornamento delle GPS promettono sostanziali cambiamenti al mondo delle supplenze. Cambiamenti che interesseranno anche la messa a disposizione (MAD) strumento molto utile sia per i dirigenti scolastici che cercano supplenti che per docenti che necessitano di incarichi anche temporanei.
Scompare la messa a disposizione?
La messa a disposizione, però, non scomparirà, anche se è sicuro che subirà alcune modifiche per quel che riguarda il suo sistema di funzionamento.
Con la proposta del Ministero per l’Ordinanza 2024/26, i sindacati sono venuti a conoscenza della volontà di trasformare il sistema MAD. La messa a disposizione sarà sostituita dall’interpello, strumento già in vigore che consiste in un avviso pubblicato sui siti delle scuole e/o degli Uffici scolastici provinciali, in caso di esaurimento delle graduatorie di istituto.
Chi resta fuori
La differenza è che con l’interpello non è il docente che si propone a priori ma risponde solo ad avvisi già pubblicati. Le procedure di interpello lasciano fuori gli insegnanti che hanno già ricevuto un contratto a tempo determinato. Per i posti comuni, non potrà partecipare alla procedura di interpello delle scuole chi è inserito nelle GPS. Cosa che non è piaciuta ai sindacati.
Cosa cambia
La domanda che in queste ore si pongono i docenti precari è: si procederà con la cancellazione delle MAD, con la conseguenza che tutti i docenti che lavorano tramite la MAD non potranno più lavorare? La risposta è no, perché il sistema degli interpelli consente di lavorare anche a coloro che oggi lavorano con MAD. La differenza è che si avrà a che fare con una comunicazione nel sito web della scuola o dall’USP e non saranno più i docenti che proporranno alle scuole le singole candidature ma risponderanno ai singoli interpelli. La conseguenza è che chi non è in graduatoria o non sta lavorando da GPS e vuole lavorare in una scuola di altra provincia, potrà partecipare a questi interpelli.
Iscriviti al nostro canale Telegram per ricevere tutti gli aggiornamenti su scuola, concorsi e offerte di lavoro in tempo reale. Per restare aggiornato seguici su Google News cliccando su “segui”.
Buongiorno, sono un’insegnante di Scienze Umane, con 24 CFU già conseguiti, che non ha mai lavorato come docente delle superiori perché la propria classe di concorso è satura. Ho sempre lavorato come docente precaria alla primaria, con piccoli contratti rinnovabili, pagati dopo molti, molti mesi di attesa. Sono pienamente d’accordo con voi in merito alla questione riguardante l’abilitazione e l’immissione in ruolo: non ritengo giusto che un docente laureato e abilitato debba essere precario, come non trovo giusto che la legge sui 60 CFU sia retroattiva: quando ho conseguito e pagato i 24 CFU la legge sosteneva che io avessi conseguito l’abilitazione e allora perché mi viene annullata l’abilitazione e devo ora pagare altri 2000 euro e rifare un altro corso per avere un’altra abilitazione? Ricordo che alla primaria vengono ammessi e abilitati docenti con il solo diploma magistrale perché all’epoca del conseguimento era abilitante, allora anche i 24 CFU da me conseguiti erano abilitanti. La cosa più assurda però è che un’insegnante con un diploma sia ammesso nelle graduatorie gps per la primaria e una con la laurea in pedagogia, insegnante a pieno titolo delle magistrali, invece no. Almeno potevano ammettere le insegnanti che si sono iscritte alla laurea in pedagogia prima che venisse inserita la laurea in Scienze della Formazione Primaria: tale corso di laurea è recente e quando mi iscrissi all’università non esisteva. Inoltre io possiedo un diploma d’Arte Applicata che all’epoca del conseguimento nel 1999 mi dava l’abilitazione all’insegnamento come insegnante ITP e più precisamente alla classe di concorso A02 ma a me è richiesto lo stesso il conseguimento dei 60 CFU mentre a chi ha un diploma magistrale no, perché? Non si comprende questa assurdità.