Manca ormai solo l’ufficialità per la comunicazione della riapertura delle graduatorie di terza fascia ATA, che rischiava di slittare al 2025 e che invece è stata confermata per il 2024. In attesa di conoscere le date ufficiali, la UIL Scuola ha diffuso un’analisi dettagliata che può fungere da utile guida per i candidati.

La guida passa in rassegna le statistiche relative alle domande presentate e alle supplenze assegnate nel periodo 2021-2023. I dati forniti sono essenziali per comprendere il panorama delle opportunità di lavoro nel settore scolastico.

Secondo quanto riportato nel dossier, su un totale di 2.178.949 domande di iscrizione alle graduatorie, sono state assegnate 50.421 supplenze, con una percentuale del 2,31% di possibilità di lavoro. È importante sottolineare che queste cifre si riferiscono esclusivamente alle supplenze fino al termine delle attività didattiche e a quelle annuali.

Distribuzione regionale delle opportunità di lavoro

Analizzando i dati regionali, emerge chiaramente che il Nord Italia offre maggiori opportunità di lavoro nel settore ATA. Il Piemonte si distingue in testa alla classifica con un tasso del 4,30% di supplenze assegnate rispetto alle domande presentate, seguito da Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Lombardia. Al contrario, regioni come Calabria, Campania, Puglia e Sicilia mostrano percentuali più basse.

Distribuzione provinciale delle opportunità di lavoro

A livello provinciale, la tendenza rimane invariata: le province del Nord offrono maggiori possibilità di lavoro rispetto a quelle del Sud. Le prime 20 province in termini di opportunità lavorative sono concentrate principalmente nel Nord Italia, confermando la disparità geografica nell’accesso al lavoro nel settore ATA.

Province con minore possibilità lavorativa

Le province del Sud Italia continuano a registrare una minore possibilità lavorativa nel settore scolastico, confermando una disparità geografica persistente. Questo dato evidenzia la necessità di attuare politiche e interventi mirati per ridurre le disuguaglianze territoriali nell’ambito dell’istruzione e dell’occupazione.

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