Docenti di sostegno senza specializzazione? E’ bufera, stabilizzare e facilitare accesso ai percorsi formativi
Il governo ha proposto di consentire ai docenti precari di sostegno, anche senza specializzazione, di essere confermati nelle supplenze fino al trenta giugno su richiesta delle famiglie. Questa proposta non è ancora legge ed è stata già respinta dai sindacati, dal mondo della scuola, dal Consiglio superiore della pubblica istruzione e dalla Federazione italiana per il superamento dell’handicap. La proposta è contenuta nel decreto “Semplificazione”, che mira a favorire la continuità educativa tra studenti con disabilità e docenti, consentendo ai docenti precari che hanno almeno tre anni di servizio di avere una cattedra per almeno tre anni, su richiesta dei genitori.
L’iniziativa non è nuova, essendo già presente nel Decreto 66 del 2017, e non è stata attuata a causa del cambio di governo e della mancanza di regolamenti attuativi successivi. L’Associazione nazionale insegnanti e formatori (Anief) ha annunciato di presentare una memoria al Comitato europeo dei diritti sociali, criticando la proposta e definendola una trasformazione del docente di sostegno in una sorta di badante scelto dalle famiglie senza considerare la sua formazione e stabilizzazione.
Alcuni critici, tra cui il Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, sollevano dubbi sulla coerenza della proposta con il principio di continuità educativa e con l’impianto normativo vigente. Inoltre, i sindacati esprimono preoccupazione per il possibile clientelismo che potrebbe derivare dal permettere alle famiglie di scegliere i docenti dei propri figli senza criteri di trasparenza. Alcune famiglie di disabili accolgono con favore l’idea di avere lo stesso docente in classe per alcuni anni, ma suggeriscono una soluzione più organica, come la separazione delle carriere per gli insegnanti di sostegno.
In generale, molti ritengono che la proposta del governo sia solo un intervento emergenziale e che sia necessario un progetto più ampio che tenga conto della formazione e della stabilità del personale scolastico. La priorità dovrebbe essere stabilizzare e facilitare accesso ai percorsi formativi.
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