Scuola

Concorso docenti 2024: test a crocette criterio scioccante, domande in linguaggio burocratico

Il concorso per la selezione degli insegnanti del 2024 è stato oggetto di critiche da parte di Ray Banhoff, editorialista de L’Espresso, il quale ha definito il metodo di selezione degli “idonei” come scioccante. Secondo Banhoff, il mestiere dell’insegnamento viene ridotto a una questione di titoli accademici piuttosto che a una vera vocazione o buona volontà. Non ci sono corsi obbligatori o studi specifici richiesti, solo una laurea generica e la possibilità di ottenere gli esami necessari attraverso il pagamento di corsi privati o universitari. Questo, secondo l’editorialista, trasforma i titoli in meri pezzi di carta.

Domande burocratiche

Banoff critica anche il fatto che le competenze pratiche necessarie per l’insegnamento vengano trascurate, con gli insegnanti che devono acquisirle sul campo come dei missionari in zone disagiate. Questo processo, afferma, richiede anni di sforzi personali per comprendere la psicologia degli studenti, pieni di errori e difficoltà.

La critica si fa ancora più pesante quando si parla della prova scritta del concorso, che sembra valutare solo conoscenze teoriche e non esperienza o vocazione. Banhoff la descrive come una serie di circa cinquanta domande a risposta multipla scritte in un linguaggio burocratico, simile a quello utilizzato in documenti amministrativi poco comprensibili.

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