Supplenze docenti precari sostegno: è scontro tra specializzati in Italia e all’estero
Il confronto attuale nel settore dell’istruzione riguarda la rivalità tra due gruppi di docenti specializzati: quelli che hanno ottenuto il titolo in Italia e quelli provenienti da altri paesi dell’Unione Europea. La disputa ruota attorno alla questione delle supplenze e delle assunzioni.
I punti di vista differenti
I docenti italiani specializzati lamentano principalmente il tentativo del governo di modificare le regole riguardanti l’inserimento graduale nelle Graduatorie Permanenti di Supplenza (GPS) dei docenti specializzati nel sostegno all’estero. Questo comporterebbe la possibilità per loro di ottenere supplenze, anche se con una clausola di rescissione nel caso in cui il riconoscimento del loro titolo fosse negato.
Le richieste avanzate includono la priorità per gli insegnanti specializzati nel sostegno agli studenti con disabilità, l’opposizione all’inserimento graduale degli insegnanti specializzati provenienti dall’estero nelle GPS, interpelli nazionali sul sostegno fin dall’esaurimento delle GPS di prima fascia, assegnazione di incarichi annuali su diversi gradi di scuola e il rifiuto della possibilità per le famiglie degli studenti di richiedere la continuità dell’incarico del docente di sostegno.
Il riconoscimento del titolo
Anche i docenti specializzati all’estero esprimono preoccupazione per la proposta di permettere ai genitori di confermare il docente di sostegno, e criticano i sindacati per non aver reagito in modo vigoroso riguardo a questa possibilità. Inoltre, denunciano di essere stati oggetto di una campagna diffamatoria sui social media dopo che i sindacati hanno confermato il loro diritto di stipulare contratti con il Ministero.
Il Ministero ha presentato una nuova bozza dell’ordinanza relativa alle GPS, che prevede la possibilità per gli specializzati all’estero di ricevere proposte di supplenza anche in attesa del riconoscimento del titolo. Le reazioni dei sindacati sono state varie, ma soprattutto è stata richiesta chiarezza sui numeri dei riconoscimenti in corso, poiché solo il 10% delle domande è stato esaminato finora.
La bozza dovrà ora passare al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) per un parere, anche se non vincolante. Questo processo ha causato un ritardo nella pubblicazione dell’ordinanza e nell’avvio delle domande, probabilmente intorno al 15 aprile.
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