Scuola

Stabilizzazione precari sostegno: per le 130 mila supplenze dell’anno scorso il TAR chiede al Ministero la documentazione aggiornata

Il TAR Lazio, con l’ordinanza n. 10646 del 27 maggio 2024, ha ordinato al Ministero dell’Istruzione e del Merito di presentare in giudizio la documentazione riguardante i criteri di definizione dell’organico di diritto degli insegnanti di sostegno. E’ il risultato del ricorso presentato dall’Anief, rappresentante un gruppo di docenti precari specializzati nel sostegno, contro la circolare ministeriale n. 422 del 18 marzo 2019. La circolare stabiliva che il numero di insegnanti di sostegno doveva rimanere invariato rispetto agli anni precedenti, nonostante il crescente fabbisogno.

Negli ultimi anni, la definizione dell’organico di diritto per i docenti di sostegno è stata basata su un valore fissato dalla legge n. 244 del 2007, che ancorava l’organico al numero di posti attivati nell’anno scolastico 2006/2007. Questo valore è stato successivamente rideterminato a partire dall’anno scolastico 2015/2016 secondo la legge n. 107/2015. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 80/2010, aveva già criticato questo approccio, sottolineando che il numero degli insegnanti di sostegno deve essere determinato in base alle esigenze concrete degli alunni con disabilità, in particolare quelli con disabilità grave, e non in modo automatico.

L’avvocato Walter Miceli (Anief) ha evidenziato come l’adozione della sentenza della Corte Costituzionale abbia portato a un aumento significativo delle cosiddette cattedre in deroga, che hanno superato le 100 mila unità. Una situazione che ha reso necessario un ricorso massiccio alle supplenze per i posti di sostegno. Ad esempio, nell’anno scolastico 2022/2023, sono state assegnate 7.034 supplenze in più rispetto all’anno precedente, portando il totale a 129.298 supplenti sui posti di sostegno.

La legge di bilancio del 2021 e il decreto n. 33 del 26 febbraio 2024 hanno previsto un aumento del numero complessivo dei docenti di sostegno a 126.270 per l’anno scolastico 2024/2025. Misure che introducono un sistema basato sui cosiddetti range, che potrebbe ridurre il numero di posti di sostegno e portare a un risparmio economico, eludendo in parte la sentenza della Corte Costituzionale del 2010.

Il TAR Lazio, nella sentenza n. 149/2019, aveva già stabilito che l’organico di diritto non può essere basato su dati vecchi di oltre un decennio e deve riflettere le esigenze attuali degli alunni con disabilità. La mancata applicazione di questa sentenza ha contribuito all’aumento del precariato tra gli insegnanti di sostegno, aggravando il problema della discontinuità didattica, con il 59,6% degli alunni con disabilità che ha cambiato insegnante di sostegno rispetto all’anno precedente nell’anno scolastico 2022/2023.

L’ordinanza del 27 maggio 2024 impone al Ministero di presentare entro 40 giorni documentazione che dimostri che l’organico di diritto sia stato determinato in base al fabbisogno effettivo degli ultimi cinque anni, compresi i dati relativi al numero di alunni disabili, insegnanti assunti, e ricorsi presentati per l’attribuzione delle ore di sostegno.

Il DL Scuola introduce la possibilità per le famiglie di richiedere la continuità didattica per gli alunni con disabilità, previa valutazione del Dirigente scolastico, una misura che ha suscitato critiche da parte dell’Anief, che la considera inefficace e costituzionalmente dubbia. Secondo l’avvocato Miceli, la stabilizzazione del sistema di sostegno richiede la trasformazione dell’organico in deroga in organico di diritto e un piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato.

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