Scuola

No ai docenti di sostegno confermati dalle famiglie: trasformare diverse decine di migliaia di posti in deroga in cattedre in organico di diritto

Tira dritto il ministero sulla questione della volontà di garantire la continuità dei docenti a tempo determinato su posto di sostegno mediante la decisione di dare la possibilità, su richiesta della famiglia dell’alunno con disabilità, di ottenere la conferma del docente in servizio nel precedente anno scolastico.

Una procedura che deve in ogni caso passare dal vaglio del dirigente scolastico e nell’interesse del discente.

La norma è stata inserita nel decreto legge n. 71/2024, pubblicato poche ore fa nella Gazzetta Ufficiale n. 126 contenente “Disposizioni urgenti in materia di sport, di sostegno didattico agli alunni con disabilità, per il regolare avvio dell’anno scolastico 2024/2025 e in materia di università e ricerca”.

Verrà data priorità ai docenti in possesso dello specifico titolo di specializzazione per l’insegnamento agli alunni con disabilità. Una possibilità che in ogni caso verrà offerta anche ai docenti non specializzati.

Anief conferma tutto il suo dissenso riguardo tale decisione: “Si vuole approvare una specie di chiamata diretta dei docenti, attraverso il parere delle famiglie degli studenti e dei dirigenti che in questo modo daranno il loro contributo per la conferma dei supplenti sostegno che hanno già lavorato nell’anno precedente in quella scuola. Come Anief, non possiamo che ribadire la nostra posizione: fare scegliere alle famiglie se un docente deve o non dove essere confermato non farà altro che precarizzare la categoria”.

“Quello che servirebbe, piuttosto, è trasformare diverse decine di migliaia di posti in deroga in cattedre in organico di diritto; questo dovrebbe essere il preludio all’immissione in ruolo su tutti i posti liberi, non sul 10-20% come avviene da tempo. La continuità didattica – conclude Pacifico – si conquista con le immissioni in ruolo e la stabilità del personale, anche di sostegno, non con delle misure inefficaci e che non tengono conto del merito”.

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