Scuola

Il pediatra Farnetani: “No ai compiti per l’estate, le vacanze servono a far riposare gli studenti, non gli insegnanti”

Per gli studenti italiani, la fine delle lezioni segna l’inizio delle vacanze estive. Tuttavia, un nuovo impegno è già all’orizzonte: i compiti per le vacanze. Il dibattito ritorna puntuale ogni anno: compiti per le vacanze sì o no?

Secondo il pediatra Italo Farnetani, non ci sono vantaggi pedagogici nell’assegnare compiti estivi. Farnetani sostiene che questa pratica può risultare diseducativa e non ha basi psicopedagogiche valide.

Farnetani sottolinea all’Adnkronos che l’86% dei genitori è contrario ai compiti per le vacanze. Le vacanze estive esistono da secoli per permettere agli studenti di riposare, non per dare una pausa agli insegnanti.

Farnetani afferma che le conoscenze acquisite durante l’infanzia sono durature e che tre mesi di pausa non le comprometteranno. Inoltre, le alte temperature estive possono causare stress e ridurre l’apprendimento, rendendo i compiti estivi poco efficaci.

Le statistiche mostrano che il 30% degli studenti completa i compiti entro luglio, mentre il 62% li trascina per tutta l’estate. Il 2% li finisce ad agosto, un altro 4% a settembre, e il restante 2% non li svolge affatto. Questi dati indicano che i compiti estivi sono spesso percepiti come un peso da eliminare rapidamente.

Farnetani consiglia agli insegnanti di non assegnare compiti per le vacanze e ai genitori di praticare una “disobbedienza civile”, mandando i figli a scuola senza aver svolto i compiti e fornendo una giustificazione. Spesso, infatti, gli insegnanti non controllano i compiti al rientro dalle vacanze.

Farnetani elenca tre aspetti negativi dei compiti estivi: il costo per le famiglie, lo stress per gli studenti, e la limitazione delle opportunità di apprendimento multilaterale. (Orizzonte Scuola)