Il punteggio aggiuntivo di 36 punti del percorso abilitante 30 CFU è legittimo: i docenti difendono l’abilitazione
In seguito alla pubblicazione dell’O.M. del 16/05/2024 riguardante l’aggiornamento delle GPS, sono emerse numerose proteste e richieste di articoli contenenti informazioni non del tutto veritiere. I Docenti Abilitati e Specializzati ritengono necessario difendere la formazione che stanno svolgendo o hanno già completato da diversi mesi con orari sovrumani e un impegno di studio notevole, avendo superato ben due prove concorsuali.
Il punteggio aggiuntivo
La maggior parte dei docenti ha fatto sacrifici economici, ha tolto tempo alla famiglia e si è impegnata per superare le prove d’esame.
Consapevoli dell’importanza della costante formazione e aggiornamento per la professione del docente, sia disciplinare che di sostegno, hanno scelto di partecipare ai bandi di concorso emanati dalle diverse Università italiane, a seguito del DPCM citato. Comprendono le difficoltà di coloro che non hanno potuto (sanno che alcune classi di concorso non sono state attivate a causa di scarso fabbisogno regionale) o voluto cogliere questa opportunità (forse per scarsa informazione o per l’oneroso impegno richiesto sia dal punto di vista economico che di studio).
Tuttavia, come ogni ordinanza emanata negli anni passati, l’abilitazione su materia ha sempre garantito un punteggio aggiuntivo in tutte le classi di concorso previste per ogni candidato, inclusa la classe di concorso sul sostegno. Si possono infatti fare riferimento alle ordinanze degli anni precedenti (O.M. 60/2020 e O.M. 112/2022).
Le richieste di sospensione
Diversamente da quanto si vocifera in questi giorni, era già chiaro nei mesi precedenti all’apertura del bando che sarebbe stato possibile ottenere un punteggio aggiuntivo a seguito del conseguimento dell’abilitazione su materia. Questo si deve alla formazione ricevuta dal sistema universitario, che riveste aree trasversali riguardanti la globalità della professione docente e non una preparazione settoriale sulla disciplina specifica e curricolare. I corsi trattano infatti tematiche come la valutazione, la progettazione didattica, le prassi inclusive e innovative e molto altro. Questa è una caratteristica specifica dei percorsi di abilitazione, non una novità.
Inoltre, si dissociano dalle illazioni emerse recentemente riguardo alla serietà dei corsi che stanno svolgendo. Hanno potuto constatare personalmente l’impegno con cui le Università li stanno erogando.
Non possono più accettare i ricorsi, le richieste di sospensione dei punti e tutte le altre mobilitazioni, anche attraverso il supporto della stampa.
Molti docenti, per due anni, non hanno potuto caricare il TFA e sono andati in coda, perdendo opportunità lavorative. In quel caso, non c’è stata alcuna protesta.
Chiedono di non diffondere solo articoli che sostengono la posizione relativa al percorso dei 30 CFU, andando contro la posizione dei docenti abilitati che, con sacrificio, hanno deciso di compiere un ulteriore traguardo nella loro formazione.
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Egregio De Napoli, nessuno sta a sindacare i punti relativi alla graduatoria SU MATERIA per la quale è stata acquistata l’abilitazione, ma la protesta verte sui punti su SOSTEGNO. E poi, quando mai non si sono potuti caricare PER DUE ANNI i punti del tfa? Ripeto: se ti abiliti su una materia puoi anche avere 150 punti, ma su sostegno 36 punti non hanno ragion d essere.