Lascia il posto fisso in banca per fare il collaboratore scolastico: e riscopre scrittura e poesia
Gianandrea Cocco, reggiano classe 1962, dopo vent’anni di lavoro stabile e sicuro, ha scelto una rinascita professionale diventando collaboratore scolastico. Insoddisfatto del suo precedente ambiente lavorativo, dove percepiva ipocrisia e compromessi, Cocco ha deciso di abbandonare il suo vecchio impiego che lo faceva sentire come un ingranaggio per il profitto altrui. Il cambiamento gli ha permesso non solo di trovare un nuovo equilibrio, ma anche di riscoprire una vecchia passione: la scrittura e la poesia. Pubblicando le sue opere, Cocco ha ottenuto un notevole successo, dimostrando che è possibile reinventarsi a qualsiasi età.
Non è la prima volta
Una storia simile è quella di Silvio Capizzotto, 46 anni, originario di Messina, che ha lasciato una carriera da ingegnere alla Ferrari per dedicarsi all’insegnamento. Capizzotto vede l’insegnamento come una missione, una scelta dettata non dal denaro o da gratificazioni materiali, ma dalla volontà di avere più tempo libero e gestirlo in modo diverso. Nonostante il precedente stipendio di 3000 euro al mese e un ruolo di responsabilità, Capizzotto ha optato per una vita più in linea con i suoi valori e obiettivi personali.
Entrambe queste storie sottolineano l’importanza di seguire le proprie passioni e cercare un lavoro che dia significato e soddisfazione personale, anche a costo di lasciare posizioni sicure e ben remunerate.
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Ho letto le due storie del cambiamento. Anche io dopo 22 anni di lavoro come impiegato, lo abbandono e lascia la mia amata Sicilia per trasferirmi in Valtellina per fare il collaboratore insieme a mia moglie e le mie due figlie. Quì riesco in brevissimo tempo a laurearmi in Scienze motorie, a scrivere un libro e tanto altro. Non bisogna mollare, ma crederci fino in fondo.