Il prossimo concorso per docenti della scuola secondaria è previsto per novembre/dicembre 2024. I requisiti di accesso sono simili a quelli del concorso del dicembre 2023, ma con una novità: potranno partecipare anche coloro che, oltre alla laurea, hanno acquisito i primi 30 CFU del percorso di abilitazione. Questo percorso è attualmente delineato con bandi universitari e l’avvio delle lezioni.

I tre concorsi programmati
I due concorsi, attuale e prossimo, insieme a un terzo basato sulla sola abilitazione, mirano a raggiungere l’obiettivo di 70.000 assunzioni entro il 2026 previsto dal PNRR. Il decreto PNRR permette di anticipare le assunzioni, con la seguente timeline concordata con l’UE:

20.000 docenti entro dicembre 2024
20.000 docenti entro settembre 2025
30.000 docenti entro giugno 2026
Dal 1° gennaio 2025, per diventare insegnante nella scuola secondaria, sarà necessario seguire un percorso universitario di almeno 60 CFU/CFA, superare un concorso pubblico nazionale e completare un anno di prova con test finale e valutazione.

Per partecipare al secondo concorso, i candidati devono possedere:

Laurea coerente con la classe di concorso + abilitazione specifica, oppure
Laurea coerente con la classe di concorso + tre anni di servizio negli ultimi cinque, di cui almeno uno specifico, oppure
Laurea coerente con la classe di concorso + 24 CFU conseguiti entro il 31 ottobre 2022, oppure
Laurea coerente con la classe di concorso + almeno 30 CFU del percorso di formazione iniziale.
Il percorso da 30 cfu
Anche chi è iscritto al percorso di 30 CFU può partecipare al concorso con riserva, purché completi i crediti entro il 30 giugno dell’anno scolastico precedente alla nomina a tempo determinato. Se non si completano i crediti entro tale data, si viene esclusi dalla graduatoria.

Per i posti di ITP è richiesta l’abilitazione o il diploma di accesso alla classe di concorso (valido fino al 31 dicembre 2024). Per i posti di sostegno, è necessario il titolo di accesso alla classe di concorso e il diploma di specializzazione secondo il DM n. 249/2010.

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