Scuola

Docenti ancora lontani da casa: piano di rientro a quote crescenti, c’è la proposta

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) ha espresso preoccupazione per la situazione economica difficile in cui si trovano i docenti assunti con la legge 107/2015, conosciuta anche come “La Buona Scuola”. Questa legge, varata durante la presidenza di Matteo Renzi, includeva un piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato per svuotare le graduatorie esistenti (GaE, concorsi del 1999 e del 2012).

Nonostante le numerose domande presentate (71.643), il piano ha portato a problemi di mobilità per molti docenti, in particolare per quelli della classe di concorso A046 (Scienze giuridiche ed economiche). Questi docenti hanno risentito pesantemente della riduzione delle ore dovuta alla riforma Gelmini e non hanno tratto beneficio dall’introduzione dell’educazione civica.

Il CNDDU propone ora un piano di rientro a quote crescenti per permettere ai docenti di rientrare gradualmente nelle proprie province di residenza e riunirsi con le loro famiglie. Dal 2018 al 2024, solo 147 docenti senza precedenza sono riusciti a ottenere il trasferimento interprovinciale, una cifra ritenuta insufficiente.

Per l’anno scolastico 2024/25, i dati sulla mobilità sono particolarmente preoccupanti in regioni come la Campania, Calabria e Sicilia, dove i trasferimenti interprovinciali senza precedenza sono stati molto limitati. La situazione è simile nelle altre regioni (Abruzzo, Basilicata, Molise, Puglia, Sardegna), con pochissimi trasferimenti effettuati.

La situazione attuale è descritta come una “immobilità senza precedenti”, con docenti che non vedono riconosciuti i sacrifici affrontati negli ultimi anni. Il CNDDU invita il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) e il ministro Giuseppe Valditara a considerare seriamente la proposta di un piano di rientro a quote crescenti per risolvere questa problematica.

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